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CAPITOLO 1: INFORMAZIONI SU QUESTO DOCUMENTO
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1.1
Di cosa tratta questo documento? |
Questo documento
contiene una sintesi delle risposte alle domande più frequenti e
di interesse generale poste nel newsgroup dal 1999 riguardanti la
qualità, la normativa ISO 9000 e la certificazione. |
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1.2
Chi lo mantiene aggiornato? A chi posso rivolgermi per critiche o
suggerimenti? |
Il documento viene
periodicamente aggiornato da Monica Funai sulla base delle discussioni
sul newsgroup o delle indicazioni che le pervengono via e-mail. Le
risposte modificate rispetto alla versione precedente sono indicate con
[*] (la versione di questo documento è indicata
nell'intestazione assieme alla data di pubblicazione). |
Chiunque desideri
collaborare alla stesura di questo documento, o abbia suggerimenti o
critiche, può comunicarlo all'indirizzo dell'autore indicando il riferimento
della domanda in oggetto. |
Confido nella
collaborazione di tutti per la correzione di eventuali errori (anche
ortografici!) presenti nel documento. |
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1.3
Dove posso reperire l'ultima versione di questo documento? |
Ad ogni
aggiornamento la FAQ è pubblicata sul newsgroup
it.discussioni.iso9000 e sul newsgroup it.faq. |
L'ultima versione
è sempre disponibile sul sito dell'autore |
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1.4
Licenza e garanzia |
L'autore di questo
documento è Monica Funai. Tutti i testi sono |
|
© Copyright
2000,2004 Monica Funai - Nichelino (TO). |
|
È permesso
copiare e distribuire questo documento, purché immutato in ogni
sua parte e a condizione che siano mantenute le indicazioni dell'autore
e del Copyright. |
È vietato lo
sfruttamento commerciale del documento senza il consenso scritto
dell'autore. |
|
Questo documento
è fornito “così com'è”, senza garanzie di alcun
tipo: nessuna garanzia sull'esattezza e completezza dei contenuti,
né sull'applicabilità delle soluzioni proposte, né
sull'adeguatezza ad un qualsiasi scopo. |
L'autore non
potrà essere oggetto di rivendicazioni attribuibili ad errori,
omissioni o altre imprecisioni riguardanti i contenuti di questo
documento, né potrà essere ritenuto responsabile per
qualunque danno, diretto, indiretto, particolare o incidentale o
consequenziale dovuto all'uso di tali informazioni. |
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1.5
Ringraziamenti |
Ringrazio tutti i
frequentatori del newsgroup che con i loro interventi hanno permesso la
realizzazione di questo documento e coloro che mi hanno sostenuto ed
incoraggiato. |
Un grazie
particolare a: |
· Giuseppe
Bove per la risposta lunga sulla qualità totale e gli
approfondimenti sui guru della qualità e sui costi della non
qualità |
· Alessandro
Seno per la parte riguardante la certificazione ambientale, BS 8800 e
OHSAS 18001 |
· Paolo
Bologna per la parte riguardante HACCP. |
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1.6
Posso riprodurre la FAQ? Posso "spezzare" la FAQ in più parti?
Perché il copyright? Posso usarla in
azienda/corsi/università? |
Risposta breve: |
La FAQ può
essere riprodotta o nella sua interezza o divisa in più parti,
purché IN OGNI PARTE siano presenti e ben visibili i paragrafi 1.2, 1.3 e 1.4.
Non è permesso modificare il testo od eliminare parte delle
risposte: ogni paragrafo dovrà essere riportato integralmente.
Non è possibile vendere la FAQ o includerla in un prodotto in
vendita o usarla per fini commerciali senza il consenso scritto
dell'autore. |
|
Risposta lunga: |
Questa FAQ è
nata per essere utile, quindi sembrerebbe assurdo limitarne la
diffusione. Tuttavia, nella libera diffusione delle informazioni su
Internet possono sorgere alcuni problemi: |
1 - Non
aggiornamento. Le informazioni qui contenute potrebbero essere
imprecise o non aggiornate: le norme, le leggi, i prezzi e le abitudini
cambiano nel tempo. Nei primi 4 anni di vita della FAQ si sono
succedute una decina di versioni, proprio per correggerla e tenerla al
passo coi tempi. Per questo una versione non aggiornata della FAQ
potrebbe riportare informazioni non esatte o non aggiornate. È
importante quindi riportare sempre l'indirizzo Internet da cui si
può scaricare l'ultima versione aggiornata di questa FAQ
(paragrafo 1.3). |
2 - Dispersione
delle fonti. Se non si presta attenzione, è facile copiare testi
o parte di essi senza riportarne la fonte. Il lettore di questi testi
potrebbe voler contattare l'autore per fare altre domande o per
suggerire miglioramenti e, in una copia parziale del documento,
ciò potrebbe non essere possibile. Questo documento è
nato dal contributo di una comunità (newsgroup) ed è
sempre aperto a critiche, miglioramenti ed approfondimenti, quindi deve
sempre essere possibile rintracciarne la fonte (paragrafi 1.2
e 1.3). |
3 - Uso
commerciale. Nel leggere una parte di questa FAQ, qualcuno potrebbe
pensare di sfruttarla per arricchirsi. Mentre da un lato è
legittimo aspettarselo, dall'altro è legittimo che l'autore
chieda una ricompensa per questo. Questo documento è estraneo a
questa logica: le informazioni qui contenute sono fornite gratuitamente
e devono restare tali. Per questo l'autore si riserva il copyright
(diritto di copia) di quest'opera: per evitare che qualcuno paghi per
avere ciò che deve essere disponibile gratuitamente. Ciò
non toglie che se volete usare questa FAQ per corsi interni, o per
includerla in pubblicazioni più ampie, o per altro motivo
commerciale, questo non sia possibile. È sufficiente fare
domanda motivata all'autore, che vi accorderà il consenso
all'uso nel caso specifico (paragrafo 1.4). |
4 - Abuso. A
questo mondo esistono persone malevole. È precisa intenzione
dell'autore impedire che essi nocciano. A questo scopo si sono prese
diverse precauzioni per avere un minimo di copertura legale, non si sa
mai (paragrafo 1.4). |
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CAPITOLO
2: USO DEL NEWSGROUP
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Rispettare la
“netiquette”, il galateo della rete ( Regole d'oro
, Inferentia ).
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In poche parole: |
- Prima di scrivere
sul newsgroup seguirnne le discussioni più importanti (che non
necessariamente sono le seguite o le più lunghe) per almeno un
mese. |
- Quando si
risponde ad un messaggio non è necessario includere l'intero
messaggio originale, basta lasciare le parti sufficienti alla
comprensione della risposta. |
- Prima di
rispondere controllare che nesssun altro abbia già dato la
medesima risposta. |
- Niente
pubblicità. Niente roba off-topic, cioè che non riguarda
ISO 9000. Niente insulti o volgarità. |
- Attenzione:
spesso scrivendo non si riesce ad esprimersi al meglio, frasi ironiche
vengono scambiate per offensive, cerca sempre di mantenere cordiale la
discussione, una frase ironica può essere segnalata con il
simbolo :-) che rappresenta un sorriso. |
- Esiste it.test
per le prove. Se funziona su it.test funziona anche su
it.discussioni.iso9000. |
- Ricorda che
scrivere in maiuscolo equivale ad urlare, quindi qualcuno si potrebbe
offendere apparentemente senza motivo. |
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CAPITOLO
3: QUALITÀ E ISO9000
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3.1
[*]Cos'è ISO 9000? |
Risposta breve: |
ISO 9000 è
un termine generico che identifica una serie di norme e linee-guida
sviluppate dall'ISO, quindi riconosciute a livello internazionale, che
propongono un modello di assicurazione qualità (vedi 3.6 ) utile per organizzare e tenere sotto controllo i
processi aziendali indirizzandoli alla soddisfazione del cliente. |
Dal dicembre 2003
è possibile essere certificati solo rispetto alla ISO 9001:2000,
pur essendo possibile l'esclusione dei requisiti che non trovano
applicazione nella specifica realtà aziendale (vedi anche 5.4 ). |
Le altre norme
della serie ISO 9000 sono guide utili all'implementazione del sistema. |
|
Risposta lunga: |
Le ISO 9000 sono un
gruppo di norme suddivise in: |
- una norma per la
definizione dei requissiti dei sistemi qualità: ISO 9001:2000 |
- guide
all'interpretazione ed implementaazione del sistema qualità in
generale (ISO 9000-2, ISO 9004-1) |
- guide
all'interpretazione ed implementaazione del sistema qualità per
le aziende operanti in settori merceologici particolari (ISO 9000-3,
ISO 9004-3, ISO 9004-4) |
- guide indirizzate
a particolari attivittà a supporto dei sistemi qualità |
L'unica norma a
fronte della quale si può essere certificati/certificabili
è la ISO 9001:2000, le altre sono delle guide utili per
facilitare la corretta applicazione ed interpretazione dei principi del
sistema qualità proposto, ma sono facoltative. |
|
Caratteristiche
delle norme ISO 9000: |
- sono generali,
univoche ed universali: la loro applicabilità prescinde dalla
dimensione dell'azienda e dallo specifico settore industriale o
economico |
- definiscono cosa
l'azienda deve fare e non il modo in cui deve essere fatto |
- sono
complementari e non alternative allle norme tecniche di uno specifico
prodotto/servizio. |
|
Le norme sono usate
come modello di riferimento: |
- nei contratti tra
clienti e fornitori; |
- per la
qualificazione e selezione dei fornitori da parte di grosse committenze
pubbliche e private; |
- per la
certificazione da parte di un orrganismo indipendente |
|
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|
3.2
[*]Qual è la differenza tra ISO 9001, 9002 e 9003 edizione 1994? |
Le norme ISO 9002 e
9003 non sono più in vigore dal dicembre del 2003 poiché
sono state sostituite dalla ISO 9001:2000. Tali norme si
differenziavano tra loro per l'estensione del loro campo di
applicazione. |
La ISO 9001 aveva
il campo di applicazione più esteso poiché l'azienda
doveva dimostrare la capacità di tenere sotto controllo i
processi per la progettazione e produzione di prodotti conformi. |
Il rispetto dei 20
requisiti previsti mirava ad ottenere la soddisfazione del cliente in
tutte le fasi dalla progettazione all'assistenza. |
La ISO 9002 si
differenziava per la non applicabilità del requisito riguardante
la progettazione: l'azienda doveva dimostrare la capacità di
tenere sotto controllo i processi per la produzione di prodotti
conformi. |
Con la ISO 9003 la
conformità era assicurata solo mediante prove, controlli e
collaudi finali, ossia l'azienda doveva assicurare che il prodotto
pervenuto al cliente finale fosse conforme ai requisiti specificati,
senza specifico riferimento ai processi di produzione e progettazione. |
|
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3.3
[*]Che fine ha fatto la norma ISO 8402:1994? |
È stata
integrata nella norma ISO 9000:2000 - Sistemi di gestione per la
qualità - Fondamenti e terminologia |
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3.4
Uno standard DIS (CD 1, CD 2, FDIS) può essere considerato
definitivo? |
Gli standard ISO
non sono subito pubblicati nella versione definitiva, ma seguono un
iter prestabilito. Queste sono le sigle usate per identificare lo
stadio a cui si trova una norma. |
CD 1:
Commitee Draft 1: è la prima bozza di una norma, predisposta dal
TC (Technical Committee=Comitato Tecnico), che circola tra i membri ISO
per decidere se proseguire con i lavori di sviluppo. |
CD 2:
Commitee Draft: è la seconda bozza di norma, a seguito di
commenti e valutazioni dei membri appartenenti ai TC degli enti
nazionali rappresentati nel TC ISO. |
DIS: Draft
International Standard: è la bozza della norma cui si apportano
solo modifiche formali ma non sostanziali ed è soggetta a
commento da parte del pubblico, anche di chi non fa parte del TC. |
FDIS: Final
Draft International Standard: è l'ultima bozza emessa e soggetta
ad ulteriore inchiesta pubblica. |
IS:
International Standard: è la norma ISO ufficiale. |
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3.5
[*]Cos'è la qualità? |
La qualità
di un prodotto/servizio è il grado in cui le sue caratteristiche
soddisfano le esigenze esplicite, implicite e cogenti delle parti
interessate (cioè acquirenti, fornitori, dipendenti, azionisti,
collettività) |
La capacità
dell'azienda di fornire ciò che il cliente si aspetta determina
la qualità del prodotto/servizio. |
|
Definizioni
autorevoli: |
Gilmore [1974]
La qualità è il grado in cui un prodotto specifico
soddisfa i bisogni di uno specifico consumatore. |
Kuehn & Day
[1962] Nell'analisi finale del mercato, la qualità di un
prodotto dipende da quanto bene corrisponde ai modelli delle preferenze
del consumatore. |
Juran [1988]
La qualità è l'adeguatezza all'uso. |
Oakland [1989]
L'essenza dell'approccio alla qualità totale è
identificare e soddisfare i requisiti dei clienti, sia interni che
esterni. |
Crosby [1979]
Qualità significa conformità a requisiti. |
Price [1985]
Fare le cose giuste la prima volta |
Broh [1982]
La qualità è il grado di eccellenza ad un prezzo
accettabile ed il controllo della variabilità ad un costo
accettabile. |
Newell &
Dale [1991] La qualità deve essere raggiunta in cinque aree
fondamentali: persone, mezzi, metodi, materiali e ambiente per
assicurare la soddisfazione dei bisogni del cliente. |
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3.6
Cos'è l'assicurazione qualità? |
L'assicurazione
qualità è l'insieme delle attività svolte per
garantire il soddisfacimento degli obiettivi della qualità
(intesa nel senso della 3.5 ), che riguardano il
sistema produttivo, il prodotto, la progettazione, gli acquisti, le
vendite, ecc... Queste attività sono il prodotto di un'attenta
pianificazione da parte del management in collaborazione con il RAQ
(Responsabile Assicurazione Qualità) e costituiscono la
metodologia di lavoro di tutte le persone che operano nell'azienda.
Tutto ciò deve essere provato mediante documentazione cartacea a
dimostrazione della corrispondenza tra i risultati ottenuti e
ciò che era stato pianificato. |
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3.7
Qual è la differenza tra controllo qualità e
assicurazione qualità? |
Il controllo
qualità è l'insieme delle attività operative
(prove e collaudi) messe in atto sul prodotto/servizio per verificare
il soddisfacimento dei requisiti della qualità. è
un'attività a supporto dell'assicurazione qualità che
invece riguarda tutto il sistema aziendale (vedi 3.6
). |
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3.8
Cos'è la qualità totale? |
Risposta breve: |
La qualità
totale è difficilmente definibile. In breve si configura come un
orientamento di tutte le funzioni aziendali verso: |
- la focalizzazione
sul cliente: le decissioni derivano dalle aspettative del cliente e
mirano alla soddisfazione del cliente stesso; |
- la competizione
sul rapporto valore/costo percepito dal cliente: ottenibile realizzando
bene gli obiettivi giusti possibilmente la prima volta. |
|
Risposta lunga: |
Una prima
definizione di "Qualità totale è stata sviluppata da A.
Feigenbaum, in un articolo pubblicato nel maggio del 1957 dalla rivista
Industrial Quality Control: "Sistema capace di integrare efficacemente
lo sforzo di tutte le funzioni aziendali per lo sviluppo, il controllo
e il miglioramento della qualità". |
Nel 1968 in
Giappone si assiste ad un'evoluzione dell'approccio alla qualità
totale (chiamato Company Wide Quality Control), in cui è
richiesto il coinvolgimento e il contributo responsabile di tutte le
funzioni aziendali, mentre per Feigenbaum la responsabilità era
principalmente della funzione Qualità. |
Successivamente, il
CWQC si è trasformato in CWQM (Company Wide Quality Management),
un approccio aziendale sistematico nel gestire tutti i settori e tutte
le funzioni dell'azienda al fine di raggiungere obiettivi di
qualità predefiniti. È la gestione integrata di tutte le
funzioni per ottimizzare gli obiettivi aziendali. |
|
|
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3.9
Com'è nata la qualità? Com'è nata e si è
sviluppata ISO 9000? |
Il primo abbozzo di
standard sulla qualità risale alla seconda guerra mondiale
quando il Ministero della Difesa britannico redige delle norme
contenenti i requisiti che a priori “garantivano” la capacità di
un'azienda di produrre munizioni di alta qualità (ossia dovevano
svolgere perfettamente e costantemente le funzioni che ne avevano
motivato la scelta). Sostanzialmente occorreva che le aziende fossero
in grado di riprodurre sistematicamente le forniture precedenti,
cosicché le munizioni presentavano sempre le stesse
caratteristiche. Non ci si poteva certo permettere di avere munizioni
il cui diametro variasse inspiegabilmente da una volta all'altra e di
conseguenza non adatte alle armi per cui erano state progettate! Per
fare ciò le aziende dovevano avere modalità operative
documentate in modo che le singole attività potessero essere
ripetute con successo da operatori diversi, con la stessa preparazione
tecnica. |
L'enorme passo
avanti compiuto derivava dal fatto che gli standard ponevano l'accento
sul sistema qualità e non sulle caratteristiche del prodotto. |
Successivamente
vennero pubblicati altri standard riguardanti la valutazione di sistemi
qualità in campo militare (AQAP: standard sviluppati ed adottati
dai Paesi NATO; MIL ST 9858A sviluppato dagli USA), finché nel
1974 il British Standard Institute pubblicò la norma BS 5179 che
raccoglieva una serie di linee guida per implementare un sistema
qualità applicabile ad aziende operanti in settori diversi da
quello militare. |
|
Nel 1987 l'ISO
pubblica la prima edizione delle norme ISO 9000 che conserva l'impronta
data dagli standard del settore militare, cui segue una revisione nel
1994 con un conseguente arricchimento dei contenuti ed infine nel
dicembre 2000 un'ulteriore revisione. |
|
Per maggiori
approfondimenti sulla storia della qualità vedere la domanda 7.1 e il documento
“scritti.pdf” pubblicato da Mauro Moroni sul sito del newsgroup. |
|
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3.10
[*]Qual è la differenza fra la normativa ISO 9000 e la normativa
tecnica in generale? |
Le norme ISO 9000
non sono norme di certificazione di prodotto, ma di sistema
qualità, cioè viene preso in considerazione il modo di
operare dell'azienda, la ripetibilità dei processi, ecc. e non
si mette in discussione la bontà delle caratteristiche del
prodotto “progettato”, ma piuttosto la rispondenza tra quanto
progettato e quanto ottenuto. |
Tuttavia, il
prodotto progettato dovrà essere tale da soddisfare i requisiti
dei clienti e quelli cogenti applicabili, dunque non si dovranno
fabbricare prodotti impossibili da vendere e/o con caratteristiche in
contrasto con le norme vigenti. |
|
I requisiti tecnici
di prodotto sono bene esplicitati nella normativa tecnica che spesso
è obbligatoria per legge o per continuare ad operare su un dato
mercato. |
Non esiste un
legame diretto fra ISO 9000 e qualità del prodotto o del
servizio offerto, ma piuttosto un legame indiretto, che deriva dal
fatto che l'azienda, grazie al controllo dei propri processi,
può facilmente individuare e gradualmente eliminare le
inefficienze e migliorare costantemente le caratteristiche del prodotto
o servizio. |
In particolare
l'azienda, in fase di riesame annuale del proprio sistema di gestione
della qualità, analizzando le esigenze dei clienti, le
segnalazioni ricevute, le azioni preventive e correttive attuate, ecc.
provvederà ad implementare un piano di miglioramento per i
periodi successivi. In questo modo, anno dopo anno, le caratteristiche
dei prodotti dovrebbero migliorare andando incontro alle esigenze
espresse dai clienti, sempre in ottemperanza alla legislazione vigente.
|
Vedere anche 5.7 |
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3.11
Quali documenti servono per descrivere un sistema qualità? Qual
è la differenza tra manuale della qualità e manuale delle
procedure? |
In un sistema
qualità il documento fondamentale è il Manuale della
Qualità in cui si definisce la politica per la qualità
perseguita dall'azienda e si descrive come i requisiti dello standard
sono concretamente applicati. I contenuti, la struttura ed il livello
di dettaglio del manuale sono decisi dall'azienda in relazione alle
proprie esigenze. Per non appesantire troppo il manuale sono
generalmente redatte separatamente procedure e istruzioni operative. |
Le procedure
operative descrivono una particolare attività che ha influenza
sulla qualità specificando responsabilità e
autorità delle persone coinvolte, modalità operative (chi
compie l'azione, che azione compie e in quali circostanze), ecc... Le
istruzioni operative descrivono dettagliatamente in quale modo sono
svolte le azioni descritte nelle procedure operative. |
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3.12
Cos'è l'ISO? |
L'ISO
(International Organization for Standardization, Organizzazione
Internazionale per la Standardizzazione) è una federazione
mondiale di enti nazionali per la standardizzazione, uno per ciascun
Paese per un totale di circa 100 Paesi. |
È
un'organizzazione non governativa, fondata nel 1947, la cui missione
è promuovere nel mondo la standardizzazione e le relative
attività con l'obiettivo di facilitare lo scambio internazionale
di beni e servizi, e di sviluppare la cooperazione tra le sfere delle
attività intellettuali, scientifiche, tecnologiche, economiche. |
Per ulteriori
informazioni consultare il sito dell'ISO. |
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3.13
[*]Cos'è VISION 2000? |
Con questo nome si
definiscono comunemente le nuove norme ISO9000, la cui pubblicazione
ufficiale è avvenuta nel dicembre 2000. |
Tuttavia nel sito
UNI è correttamente precisato quanto segue: |
Il termine di vasto
e comune uso "Vision 2000 - e il relativo logo di proprietà UNI
- non èil nome delle nuove norme inteernazionali sui sistemi di
gestione per la qualità, ma è il nome utilizzato da UNI
solo per identificare il filone delle proprie attività
(formazione, prodotti editoriali, servizi, etc.) che riguardano la
nuova famiglia di norme sulla qualità. Non è una norma:
le affermazioni di "certificazione Vision 2000 non hanno alcun valore” |
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3.14
Quali sono le procedure richieste dalla ISO 9001:2000? |
La ISO 9001:2000
richiede espressamente che l'organizzazione abbia delle “procedure
documentate” per le seguenti sei attività: |
· (4.2.3)
Tenuta sotto controllo dei documenti |
· (4.2.4)
Tenuta sotto controllo delle registrazione della qualità |
· (8.3)
Tenuta sotto controllo dei prodotti non conformi |
· (8.2.2)
Verifiche ispettive interne |
· (8.5.2)
Azioni correttive |
· (8.5.3)
Azioni preventive |
|
Generalmente
occorre introdurre altre procedure rispetto a quelle elencate, tuttavia
ciò non è espressamente richiesto ed è anche
possibile accorparne due o più in un'unica procedura (es: azioni
preventive e azioni correttive). |
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3.15
Come entrare nel mondo della qualità? |
Risposta breve:
|
Come spesso accade,
non esiste un unico percorso, dipende da cosa si desidera fare e come
si intende farlo, ma alla base di tutto c'è lo studio
continuativo (tanto per parlare in qualitatese). Per entrare nel mondo
della qualità occorre prepararsi sull'argomento ed essere
costantemente informati sulle evoluzioni dei sistemi qualità che
possono avere ripercussioni notevoli sull'organizzazione aziendale.
Dunque per prima cosa è utile seguire dei corsi di base sulla
qualità, da integrare con la lettura di testi (vedi 6.4 ), successivamente, avendo le idee un po'
più chiare si può consapevolmente scegliere quale strada
percorrere. |
|
Risposta lunga: |
Nel mondo della
qualità le principali opzioni sono: svolgere l'attività
alle dipendenze di un'azienda oppure come libero professionista. In
entrambi i casi può essere affidato il compito di implementare
e/o mantenere attivo un sistema qualità o svolgere visite
ispettive. È necessario porre attenzione alla formazione
individuale sia seguendo corsi specifici (almeno un corso di base, un
corso da valutatore ed altri corsi di approfondimento) sia leggendo
testi, riviste, consultando siti Internet e newsgroup. |
Un buon inizio
è entrare a far parte di un'azienda orientata alla
qualità. Generalmente si passa un periodo di “erudizione” (per
conoscere tutti i processi aziendali e le logiche che li governano, il
sistema qualità, la documentazione e le registrazioni del
sistema qualità) e solo dopo aver acquisito una certa esperienza
in merito, si passerà ad operare attivamente sul sistema,
inizialmente in affiancamento ad una persona esperta. Un'esperienza di
qualche anno in azienda permette di affrontare molti aspetti
interessanti: applicazione e correzione del sistema, gestione dei
problemi nella realtà operativa in cui si manifestano, problemi
relativi alla resistenza al cambiamento, gestione dei rapporti con i
capi reparto, la direzione, ecc. Insomma si può vedere il
sistema nella sua totalità: non dimentichiamoci che un ottimo
sistema qualità deve essere applicabile giorno per giorno, deve
essere pratico e, soprattutto, utile. Il migliore sistema
qualità è quello che permette di ottenere il massimo date
le risorse ad es. personale, macchine, capitale), il settore di
appartenenza, la mission aziendale, ecc. |
Se la scelta si
orienta verso l'azienda in qualità di dipendente, è
utile, ma non indispensabile, avere una certa preparazione tecnica sul
settore in cui si opera. In questo modo si è facilitati
nell'analisi approfondita dei problemi che emergono quotidianamente. |
Se la scelta
è la consulenza, è consigliabile, oltre allo studio
continuativo, aver maturato un'esperienza di almeno una decina d'anni
in aziende/organizzazioni orientate alla qualità, cioè
aziende che hanno un sistema qualità che abbraccia tutte le loro
attività, hanno un buon orientamento al Cliente, investono una
fetta significativa dei loro guadagni nel miglioramento dei processi,
hanno nella struttura direzionale un Quality Manager preparato, hanno
una politica del personale che favorisce la permanenza e attrae le
migliori risorse, e così via. |
|
Per quanto riguarda
la figura del valutatore, si può essere alle dipendenze di un
ente di certificazione oppure si può essere un collaboratore.
Spesso all'attività del valutatore si affianca quella di
consulente per la progettazione ed implementazione di sistemi
qualità, ma ovviamente non è possibile avere l'incarico
di valutatore per l'azienda per cui si è svolta consulenza. Ogni
ente di certificazione ha propri criteri per la selezione dei
valutatori, tuttavia la preparazione di base (inclusa la frequenza di
corsi specifici), l'esperienza come responsabile assicurazione
qualità e/o consulente sono titoli preferenziali. |
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CAPITOLO
4: ALTRE CERTIFICAZIONI COLLEGATE A ISO9000
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4.1
[*]Cos'è ISO 14000? |
ISO 14000 è
un'insieme di norme volontarie rivolte alla gestione ambientale. Le
prime norme di questa serie sono state emanate nel 1996. La più
nota di tutte e la più utilizzata è la ISO 14001, che
definisce i requisiti di un “Sistema di Gestione Ambientale (EMS -
Environmental Management System)” attraverso il quale un'organizzazione
può stabilire e raggiungere i propri obiettivi ambientali ed
economici. |
Il fondamento della
ISO 14001 è il processo di miglioramento continuo. Secondo
questa norma, l'organizzazione (che può essere un'azienda) deve,
tra l'altro, stabilire obiettivi di miglioramento delle proprie
performances ambientali. Della serie di norme ISO 14000 (molte ancora
in fase di redazione ed emanazione), sono da citare: la ISO 14004, che
riporta linee guida generali per i sistemi di gestione ambientale; la
ISO 19011 relativa agli audit (vedi 5.2 ) ed agli
auditor ambientali; la ISO 14040, riguardante la valutazione del ciclo
di vita (necessaria per ridurre gli impatti dei prodotti “dalla culla
alla tomba”, ossia da quando vengono progettati a quando vengono
distrutti al termine del loro utilizzo). |
Esistono poi
standard sull'etichettatura ecologica (1402x) e sulla valutazione delle
performance ambientali (1403x). |
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4.2
Cos'è EMAS? |
Prima
dell'emanazione della norma ISO 14001, nel 1993 la Comunità
Europea ha emanato il Regolamento 1836/93 concernente l'adesione
volontaria delle imprese (del solo settore industriale) ad uno schema
di gestione ambientale ed audit. Questo regolamento è chiamato
anche EMAS, ed ha molti punti in comune con la norma ISO 14001. Molte
imprese hanno adottato sia ISO 14001 sia, in un momento successivo,
EMAS, per cui i due sistemi, oltre ad essere compatibili, sono
adottabili contemporaneamente. |
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4.3
Cos'è QS 9000? |
QS 9000 è
l'abbreviazione di Quality System Requirements 9000 ed è uno
standard che nasce dalla collaborazione tra Ford, G.M. e Chrysler con
la supervisione di AIAG e ASQC e dunque destinato al settore
automobilistico. |
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4.4
HACCP |
HACCP (Hazard
Analysis and Critical Control Points) è un metodo di analisi dei
rischi e di controllo dei punti critici che gli operatori nel settore
alimentare a tutti i livelli devono applicare. |
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Il sistema HACCP
è un approccio sistematico alla soluzione dei pericoli di
contaminazione biologica, chimica e fisica insiti nelle produzioni
alimentari, che ha come ipotesi di prevedere e prevenire, piuttosto che
ispezionare e distruggere. |
Il sistema HACCP
è stato sviluppato partendo da due idee fondamentali: |
- La prima è
la teoria di gestione della qualità di W.E. Deming, che
enfatizza la possibilità di correggere gli errori durante il
corso del processo produttivo. |
- La seconda
è stata lo sviluppo del concetto stesso di HACCP, che ebbe luogo
nel corso degli anni 60 quando la NASA promosse un progetto “zero
difetti” per la produzione di cibi sicuri destinati al consumo degli
astronauti nello spazio; la Pillsbury Company (in collaborazione con la
stessa NASA e con l'U.S. ARMY) fu la pioniera del settore, introducendo
le basi di quello che sarebbe poi diventato l'HACCP. Essa sostenne che
era possibile controllare la qualità durante le fasi della
produzione da parte degli stessi operatori tramite il continuo
monitoraggio di punti critici di lavorazione, eliminando la
necessità di campionamenti e verifiche alla fine del processo.
La Pillsbury Co. presentò il concetto HACCP ad una conferenza
per la sicurezza del cibo nel 1971 e già dal 1974 l'uso dei
principi HACCP fu introdotto nel Food Code USA (solo come “guideline”)
e man mano adottato da vari organismi internazionali sino allo
sviluppo, nel 1991, del Codex Alimentarius da parte della FAO, che, di
fatto, propone l'HACCP come unico sistema per il controllo
igienico-sanitario delle produzioni alimentari. |
Nel 1993 la
Comunità Europea ha emesso una Direttiva, che invitava gli stati
membri ad accogliere i principi dell'HACCP e nel maggio 1997 anche
l'Italia ha recepito tali disposizioni con il Dlgs. N°155. Infine
nel 1999 gli USA lo hanno elevato a rango di Legge Federale. |
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4.5
Marcatura CE |
CE significa
“Conformità Europea”. La presenza del simbolo su un prodotto
attesta che questo è conforme a tutte le Direttive Europee che
lo riguardano e quindi i Paesi comunitari non possono opporsi alla sua
libera circolazione. |
Non è
possibile apporre la marcatura CE su prodotti che non sono oggetto di
specifiche direttive europee che la impongono e, una volta che la
Direttiva è stata recepita dai Paesi membri, la marcatura CE
è obbligatoria se si intende vendere o commercializzare il
prodotto nel mercato europeo. |
La marcatura CE
può essere applicata solo dopo aver dimostrato che il prodotto
realizzato è conforme alle prescrizioni delle norme applicabili
che definiscono standard minimi a garanzia della sicurezza e
adeguatezza all'uso del prodotto stesso. In alcuni casi è
sufficiente una autocertificazione del produttore, in altri casi
occorre che un ente notificato, dopo aver analizzato la documentazione
presentata dal fabbricante e, se del caso, aver effettuato test sul
prodotto, dichiari che il prodotto è conforme alle direttive
applicabili e quindi certificabile. |
Spesso le direttive
europee richiedono l'implementazione di un sistema qualità che
garantisca nel tempo la presenza dei requisiti del prodotto che hanno
determinato la certificazione CE. Il sistema qualità consigliato
è quello descritto nelle norme ISO 9000; sono possibili alcune
semplificazioni su punti che non influiscono strettamente sulla
produzione. |
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4.6
Cosa sono le norme BS 8800 e OHSAS 18001? |
BS 8800 è
una linea guida per sistemi di gestione della salute e della sicurezza
dei lavoratori (OHSMS - Occupational Health and Safety Management
System), emanata dal British Standard (ente di normazione inglese:
l'UNI della Gran Bretagna) nel 1996. In essa si propongono due
approcci, di cui uno basato esplicitamente sulla ISO 14001. |
Poiché la BS
8800 è stata redatta in forma di linee guida e non di standard
(i requisiti non sono del tutto stringenti), al fine di ottenere uno
standard “certificabile” alcuni enti di normazione e di certificazione
di portata internazionale hanno provveduto a redigere e pubblicare, nel
1999, la norma OHSAS 18001 (Occupational Health and Safety Assessment
Series). Particolarità di tale norma è quella di essere,
nella sua struttura ed in gran parte dei contenuti, del tutto omologa
ed isomorfa alla ISO 14001. |
È stato
recentemente adottato uno schema di certificazione secondo la norma
OHSAS 18001 accreditato dal Sincert. Operano in Italia, già da
tempo, diversi organismi che hanno già certificato qualche
centinaio di sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro (SGSL). |
Entrambe queste
norme non sono state emanate da ISO. ISO per ora non intende emanare
standard internazionali relativi ai sistemi per la gestione della
salute e sicurezza dei lavoratori. |
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4.7
Cosa si intende per sistemi integrati? |
Poiché molte
delle norme citate (almeno quelle relative a qualità, ambiente e
sicurezza) definiscono il relativo sistema di gestione come una parte
del generale sistema gestionale dell'impresa, si è fatta strada
la necessità di “integrare” il più possibile, per ovvi
motivi di efficienza, tutti questi sistemi gestionali. |
Non esiste una
norma ISO sui sistemi integrati, né una chiara direzione in
ambito internazionale in tal senso. Di fatto però alcuni
requisiti delle norme sulla qualità, sull'ambiente e sulla
sicurezza sono identici, oppure analoghi, oppure evocano delle
potenziali sinergie in materia organizzativa e procedurale. |
È bene
però far notare che, ad oggi, gli standard e le norme sono
separate (addirittura non tutte di emanazione ISO) e che la
certificazione stessa avviene in forma separata quanto a procedura di
certificazione, anche se alcuni enti di certificazione effettuano, su
richiesta, verifiche ispettive (audit) “congiunte”, applicando anche
tariffe vantaggiose rispetto alle verifiche separate. |
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CAPITOLO
5: LA CERTIFICAZIONE ISO9000
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5.1
Come certificarsi? |
Pre-requisito
essenziale per chiedere la certificazione è avere implementato
il sistema qualità descritto nel manuale della qualità,
nelle procedure e nelle istruzioni operative, conformemente a quanto
richiesto dalle norme. Una volta che il sistema qualità è
avviato si inoltra domanda di certificazione ad un ente certificatore,
che in genere richiede di prendere visione del manuale della
qualità per determinarne la conformità alle prescrizioni
dello standard. Se la documentazione presentata risulterà
conforme l'ente richiederà di verificarne l'applicazione
concreta in azienda tramite una visita ispettiva. |
Durante tale visita
è possibile che gli ispettori segnalino incongruenze e anomalie
(le cosiddette “non conformità”), il loro numero e la loro
gravità possono pregiudicare il rilascio del certificato. |
Se il risultato
della visita sarà positivo l'ente rilascerà il
certificato (finalmente!), con l'obbligo di correggere eventuali non
conformità riscontrate, pena il ritiro del certificato. |
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5.2
[*]Cos'è un audit o verifica ispettiva? |
Risposta breve: |
L'audit o verifica
ispettiva è l'attività di controllo finalizzata a
verificare che quanto descritto nel manuale della qualità, nel
manuale delle procedure e nelle istruzioni operative sia eseguito come
pianificato. Tale attività deve essere svolta da personale
adeguatamente formato ed indipendente dalle attività oggetto di
verifica. |
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Risposta lunga: |
La verifica
ispettiva serve per controllare se le attività descritte nella
documentazione del sistema qualità sono nella pratica
realizzate. Gli audit possono essere: |
· di prima
parte: sono i cosiddetti audit interni, svolti generalmente da
personale dell'azienda adeguatamente addestrato e mirano a verificare
l'applicazione del sistema qualità rispetto a quanto pianificato. |
· di seconda
parte: sono svolti dai clienti al fine di verificare la rispondenza del
sistema qualità implementato (o parte di esso) rispetto a quanto
concordato. |
· di terza
parte: sono gli audit svolti dagli enti di certificazione al fine di
rilasciare la certificazione di sistema. Mirano a verificare la
rispondenza del sistema qualità applicato e documentato alle
prescrizioni della ISO 9001. |
La visita ispettiva
viene concordata con l'azienda e con il personale responsabile delle
attività oggetto di audit. Generalmente è esclusa la
“visita a sorpresa” perché scarsamente efficace a raggiungere lo
scopo, che non è di trovare “colpevoli” da sanzionare, ma capire
effettivamente come sono svolte normalmente le attività
all'interno del processo. |
La visita a
sorpresa creerebbe un clima di ostilità nei confronti degli
auditor, atteggiamento che non consentirebbe di capire come
effettivamente le attività vengono svolte. Normalmente, in
occasione dell'audit accade che il personale si adoperi affinché
tutto risulti in ordine, cercando di rimediare ad eventuali
imprecisioni o inesattezze fatte nel periodo precedente. Ciò non
influisce in modo negativo sull'esito della visita ispettiva,
perché: |
- Gli interventi
che possono essere fatti in vista della visita ispettiva riguardano
aspetti marginali (ad esempio la corretta compilazione di un modulo,
l'archiviazione e così via), ma sarebbe molto difficile
intervenire radicalmente sul modo di operare degli addetti. |
- Il personale
interessato dall'audit è ssicuramente più tranquillo e
collaborativo sapendo di aver sistemato tutto, piuttosto che di fronte
ad un atteggiamento di polizia. |
- Il processo ed i
documenti sono “in ordine” per cui è più facile la
consultazione dei documenti e la visita all'interno dei reparti. |
L'audit esclude
atteggiamenti dolosi perché sarebbero controproducenti per
l'azienda stessa: la qualità è un mezzo per migliorarsi,
nascondendo la verità all'auditor si impedisce all'azienda di
conoscere i propri punti deboli e di intervenire per superarli. |
Generalmente
l'audit è condotto da un gruppo di persone composte da: |
· un lead
auditor: capo del gruppo di visita ispettiva |
· uno o
più auditor: valutatori di sistemi qualità |
Al termine
dell'audit il gruppo di verifica ispettiva rilascia al top management
una relazione in cui descrive quanto rilevato durante l'ispezione,
mettendo in evidenza eventuali: |
·
non-conformità maggiori: quando l'attività oggetto di
ispezione non è svolta secondo le indicazioni della
documentazione del sistema qualità o quelle della norma ISO
9001. E' una non-conformità maggiore anche l'assenza di
attività prescritte dalla norma. |
·
non-conformità minori: quando viene rilevata una
non-conformità, ma non attinente ad aspetti essenziali, dunque
non è da considerarsi di particolare gravità |
·
osservazioni: quando l'attività, pur essendo svolta in accordo
con la documentazione di riferimento, è eseguita in modo tale
che potrebbe generare non-conformità. |
A fronte di
non-conformità è richiesto un intervento correttivo da
parte del management affinché cessi la condizione che le ha
generate. |
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5.3
A cosa serve certificarsi? |
Serve per
“rassicurare” i clienti sul modo di operare dell'azienda. Infatti
scegliendo un'azienda che ha implementato un sistema qualità, il
cliente è ragionevolmente sicuro che questa sarà in
grado, con continuità nel tempo, di fornire prodotti e servizi
conformi a determinati requisiti concordati (e verificati almeno al
momento della prima fornitura). Per farla breve, i prodotti non nascono
per caso, ma sono frutto di attività organizzate finalizzate ad
ottenerli con date caratteristiche. |
Tutte queste
attività svolte dai processi sono riproducibili infinite volte
per cui i prodotti risultanti mediamente presenteranno le stesse
caratteristiche. Il prodotto risultante può non essere il
migliore sul mercato, ma tutto è stato predisposto
affinché non lo sia! |
La certificazione
è l'atto formale con cui una terza parte indipendente dichiara
che il sistema di qualità implementato (e mantenuto attivo)
dall'azienda risponde ai requisiti delle norme ISO 9000. La ragione per
la quale le aziende richiedono la certificazione di terza parte
è quella di dimostrare al cliente la loro capacità di
operare secondo i requisiti espressi dalle ISO 9000 e mantenere nel
tempo il metodo di gestione implementato, senza coinvolgere
direttamente il cliente nei controlli del sistema o di prodotto.
Praticamente l'ente certificatore si sostituisce al cliente
nell'esecuzione dei controlli del sistema. |
Un'azienda
può implementare un sistema qualità conforme alle ISO
9000 senza richiedere la certificazione, perché il certificato
è solo una garanzia per il cliente. Infatti esistono aziende che
sono certificabili, ma che non richiedono la certificazione da parte di
un ente terzo poiché il mercato in cui operano non lo richiede. |
Per approfondimenti
vedere anche 5.5 e 5.7 . |
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5.4
[*]Posso certificarmi secondo le ISO 9001-2-3:1994? Perché non
posso più certificarmi secondo la ISO 9001:1994? |
No, non è
possibile certificarsi secondo le norme della passata edizione. Gli
standard ISO 9002 e 9003 non esistono più e l'unica norma di
riferimento per la certificazione è la ISO 9001:2000. Tuttavia
se alcuni requisiti indicati nella ISO 9001:2000 non sono necessari
all'azienda per realizzare prodotti che soddisfino i requisiti cogenti
(cioè di legge) e quelli dei clienti è possibile
escluderli dal campo di applicazione del Sistema Gestione
Qualità. |
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5.5
[*]Perché le ISO 9000 scadono? |
Le ISO 9000 sono
periodicamente aggiornate e le edizioni superate non possono più
essere utilizzate ai fini della certificazione principalmente per
queste ragioni: |
- consentire il
processo di miglioramento ccontinuo delle aziende che hanno adottato lo
standard come riferimento |
- diffondere le
conoscenze consolidate in materia di qualità |
Ulteriori
informazioni al riguardo si trovano nella FAQ in inglese del sito ISO,
la cui traduzione in italiano si trova sul sito dell'UNI. |
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5.6
Perché dovrei certificarmi visto che i miei prodotti sono ottimi? |
Perché anche
se il prodotto è eccellente, dalla certificazione si ottengono
comunque dei vantaggi. |
Innanzitutto,
è un modo per migliorare la propria immagine sul mercato. Il
cliente si sente tutelato con l'acquisto di prodotti di aziende
certificate perché sa che questi prodotti non sono stati
ottenuti per puro caso, ma sono il risultato di un'accurata
progettazione e di rigorose procedure di produzione (comprendenti anche
controlli in-process e finali). |
La garanzia che
dovrebbe dare la certificazione ISO 9000 è che le
caratteristiche peculiari del prodotto non peggioreranno nelle
produzioni future, ma rimarranno costanti o miglioreranno. |
Poi, c'è
l'enorme vantaggio per l'azienda stessa perché la certificazione
offre l'opportunità di rivedere l'intera organizzazione ponendo
particolare attenzione al ruolo dei processi aziendali. In tal modo
è possibile evidenziare: |
· le
relazioni tra i processi, impostando la catena di fornitura dei
processi secondo la logica fornitore-cliente: ciascun processo è
cliente di un processo a monte e fornitore di un altro processo a
valle, di conseguenza il processo deve: |
o conoscere le
esigenze del processo cliente |
o operare cercando
di soddisfare il proprio cliente al minimo costo |
o definire in modo
preciso i requisiti del prodotto/servizio di cui necessita e
comunicarli al processo fornitore |
o comunicare al
processo fornitore le informazioni di ritorno sul prodotto/servizio
ricevuto |
· mettendo
in evidenza quali processi non generano valore aggiunto (i cosiddetti
“passa-carte”) o quale sia il loro contributo specifico al
raggiungimento degli obiettivi aziendali, fornendo la base per
indirizzare tutti i processi verso tali obiettivi (tra i quali non
può certo mancare la soddisfazione del cliente ). |
Tra i principali
vantaggi vi sono: |
· riduzione
delle non conformità di prodotto e di processo |
·
miglioramento nella capacità di previsione dei costi |
·
uniformità nelle procedure di svolgimento del lavoro |
· persone
diverse svolgono la stessa attività nello stesso modo |
· enfasi
alla risoluzione dei problemi andando sempre alla radice (causa
scatenante) |
·
focalizzarsi nel fare bene le cose giuste la prima volta |
· migliorare
il marketing e l'immagine dell'azienda |
Per approfondimenti
vedere anche 7.2 |
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5.7
[*]I prodotti dell'azienda X sono scadenti, eppure è
certificata. Come è possibile? |
La certificazione
ISO 9000 riguarda il sistema qualità e non è direttamente
collegata alla bontà del prodotto (vedi 3.9
). Tuttavia, le aziende certificate secondo ISO 9001:2000 sono tenute a
“fornire con regolarita prodotti che ottemperino ai requisiti dei
clienti e quelli cogenti applicabili” , per cui un minimo di garanzie
sulle caratteristiche di base per l'adeguatezza all'uso del prodotto
sono presenti. |
ISO 9000 impone dei
controlli sui processi che servono a fare il prodotto, in modo che il
prodotto risulterà come l'azienda l'ha progettato: se il
progetto non prevede determinate caratteristiche sicuramente il
prodotto non le avrà. Attenzione: non è detto che un
prodotto che non abbia determinate caratteristiche come ad esempio
elevata durata, resistenza, affidabilità sia scadente, dipende
dall'uso che se ne fa: le stesse scarpe possono essere giudicate buone
da uno sportivo occasionale e scadenti da un atleta professionista. |
Vedi anche 3.10 |
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5.8
[*]Quanto costa certificarsi? |
È molto
difficile quantificare i costi necessari per arrivare ad avere un reale
sistema qualità certificabile. Un SQ, compreso i costi di
formazione, della consulenza, di certificazione, di sviluppo e
applicazione dentro l'azienda può arrivare a costare dal 2% al
4% del fatturato per un fatturato variabile tra 500.000 e 2 milioni di
Euro, dall'1% al 2% passando dai 2 milioni ai 5 milioni di fatturato,
intorno allo 0,7-0,8% fino a 7 milioni, 0,4-0,6% tra i 7 e i 13
milioni. |
Queste percentuali,
suggerite da un consulente milanese nel 1999, sono state dedotte dai
valori assoluti per un certo numero di aziende di diversi settori
seguiti da società di consulenza diverse. |
è
notoriamente possibile spendere meno o di più al variare di
innumerevoli fattori (settore merceologico, area geografica, ecc.) non
ultimi affidabilità e serietà dei consulenti. |
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5.9
Quanto tempo ci vuole per certificarsi? |
Il tempo necessario
ad un'azienda per ottenere la certificazione cambia in relazione alla
complessità e dimensione dell'azienda e alla “lontananza” del
sistema di gestione in vigore da quanto è richiesto dalle ISO
9000. |
I tempi mediamente
si aggirano intorno a 1-3 anni, ma molto dipende dalla priorità
che viene data all'ottenimento della certificazione e alla effettiva
implementazione del sistema. È chiaro che adottare un sistema
“pre-confezionato” richiede tempi inferiori, ferme restando le
difficoltà successive per il mantenimento nel tempo di quanto
indicato nella documentazione. |
Vedi anche 5.10 |
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5.10
Come mai ci sono aziende che si certificano in pochi mesi ed altre
impiegano anni? Come mai nei preventivi che ho ricevuto, ci sono
differenze notevoli di prezzo? |
Allo stato attuale
delle cose ci sono due modi di considerare la qualità da parte
delle aziende: |
a) Aziende
orientate alla qualità: “la qualità è uno
strumento utile per migliorare efficacia ed efficienza delle
attività aziendali. Il sistema qualità deve essere
costruito ad hoc per l'azienda”. |
b) Aziende
orientate alla certificazione: “la certificazione di qualità
è necessaria per lavorare, ma del resto completamente inutile.
Il sistema qualità deve esistere, ma deve interferire il meno
possibile nelle attività quotidiane”. |
Nel caso a)
l'azienda ci impiega 1-2 anni per progettare, implementare e mantenere
attivo un sistema qualità perché questo è presente
in tutte le attività che sono svolte, a tutti i livelli. I
consulenti che intendono soddisfare le aziende orientate alla
qualità presentano costi più elevati poiché devono
capire la realtà in cui dovranno operare e dedicare molte ore
per implementare ed adattare un sistema qualità alle reali
esigenze aziendali. Un sistema costruito secondo questi principi
consente di ottenere dati utilizzabili per il miglioramento di tutte le
attività aziendali ed avere maggiore efficienza interna (vedi
anche 7.2 ) |
Nel caso b)
l'obiettivo è estraneo alla qualità, l'azienda intende
minimizzare le risorse impiegate per ottenere la certificazione, quindi
spesso il sistema è artefatto, sostanzialmente indipendente
dalle reali attività aziendali. In occasione delle visite
ispettive si provvede a sbrigare tutte le formalità richieste
dal sistema per poter mantenere la certificazione, ma nulla più.
I consulenti che operano per le aziende orientate alla certificazione
costruiscono sistemi qualità a tempi di record per poterli
offrire ad un prezzo basso nel più breve tempo possibile. Per
fare ciò spesso, ricorrono a sistemi precostruiti valevoli per
tutte le aziende in generale (quindi per nessuna in particolare), per
cui procedono solo a sbrigativi adattamenti all'azienda cliente. Un
sistema così costruito assolve formalmente ai punti della norma,
ma è poco versatile e di solito inutile per reali miglioramenti
aziendali. |
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5.11
Chi può certificare? |
Per certificare
è sufficiente essere un ente terzo indipendente. Tuttavia vorrei
sottolineare che il valore attribuito al certificato dal mercato
risente della credibilità dell'ente che l'ha rilasciato (vedi
anche 5.14 ),
in particolare se si sceglie un ente italiano è consigliabile
accertarsi che sia accreditato SINCERT (vedi 6.2 ). |
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5.12
Esiste un elenco degli enti certificatori? |
Sì, il
SINCERT pubblica nel suo sito Internet l'elenco degli organismi
accreditati specificando per quale settore possono rilasciare la
certificazione. Non compaiono in tale elenco ovviamente gli enti non
accreditati SINCERT. |
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5.13
[*]Cos'è il SINCERT? |
Il SINCERT (Sistema
Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazione)
è un'associazione senza fini di lucro che si occupa
dell'accreditamento di Organismi di certificazione di prodotti, di
sistemi qualità, sistemi di gestione ambientale e di personale e
degli Organismi di ispezione. |
Il SINCERT
attraverso l'accreditamento garantisce che gli enti operino in
conformità alle norme della serie UNI CEI EN 45000 secondo
principi di serietà, correttezza, professionalità e
trasparenza. |
Il SINCERT è
il riferimento per l'Italia, all'estero vi sono altre associazioni con
finalità analoghe con cui il SINCERT intrattiene accordi di
mutuo riconoscimento (MLA = Multi Lateral Agreement o BLA = Bi-Lateral
Agreement) come ad esempio istituzioni europee (European Co-operation
for Accreditation - EA Sito
Internet) ed in ambito internazionale (International Accreditation
Forum - IAF Sito Internet). |
Le attività
di SINCERT vanno dalle ispezioni presso gli organismi di certificazione
(anche durante le normali attività di verifica presso le
organizzazioni certificate/certificande), a quelle di coordinamento tra
gli Organismi di Certificazione ed emissione di regole e prescrizioni
peculiari per la realtà italiana. |
In ambito
internazionale, gli accordi di mutuo riconoscimento (sia BLA che MLA)
prevedono dei "peer assessment che hanno come obiettivo di raggiungere
la maggiore omogeneizzazione possibile delle certificazioni in tutto il
mondo. |
Vedi anche il sito
del SINCERT ( 6.2 ). |
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5.14
Un ente certificatore può non essere accreditato SINCERT e
rilasciare ugualmente certificazioni ISO 9000 o ISO 14000? |
Sì,
l'accreditamento SINCERT è volontario. Tuttavia occorre
considerare che la credibilità del certificato dipende dalla
reputazione e dal prestigio dell'ente che l'ha rilasciato (così
come ad es. una laurea a Harvard è più prestigiosa di
quella di un'Università di provincia). La certificazione ha
valore per un'azienda se i clienti dell'azienda le attribuiscono un
valore e un ente certificatore accreditato SINCERT (o un ente estero
equivalente) fornisce maggiori garanzie (e quindi maggior prestigio). |
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5.15
Dove posso trovare l'elenco delle aziende certificate? |
L'elenco UFFICIALE
delle aziende certificate da società accreditate SINCERT si
trova su Internet, vedi 6.2 |
Le aziende
certificate da società non accreditate SINCERT ovviamente non
compaiono. |
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5.16
È possibile avere un manuale di qualità? |
Sì. Il
manuale della qualità è un documento che in generale non
divulga i segreti dell'azienda, ma descrive i principi su cui si basa
la politica aziendale. Di conseguenza non dovrebbero esserci timori nel
renderlo pubblico, anzi potrebbe essere considerato un ottimo mezzo per
farsi pubblicità e rassicurare i clienti circa il modo di
operare dell'azienda (ve ne sono numerosi esempi su diversi siti
Internet, pubblicati dalle stesse aziende certificate - vedi 6.2 ). |
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5.17
Dove trovo le norme? |
Le norme sono in
vendita presso gli Organismi Nazionali di normazione che ne detengono i
diritti di riproduzione. In Italia l'organismo designato è
l'UNI, vedi 6.6 |
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5.18
Perché le norme UNI si pagano? |
L'UNI, insieme al
CEI, è incaricato della distribuzione delle norme ISO (non solo
le ISO 9000) che non sono né direttive né leggi ma norme
volontarie, quindi devono essere acquistate esattamente come un libro. |
Le versioni
ufficiali degli standard sono generalmente in lingua inglese, francese
e tedesca, l'UNI per le norme di maggiore diffusione provvede anche ad
effettuare la traduzione ufficiale. Giova sottolineare che l'UNI
è un ente privato che trae i suoi proventi in gran parte dalla
vendita delle norme, quindi è vietato riprodurre e distribuire
fotocopie che lederebbero il diritto del privato che le ha preparate. |
Ulteriori
informazioni sull'UNI e sul CEI si possono trovare sul sito Internet.
(vedi 6.2 ) |
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5.19
Le norme ISO sono obbligatorie? |
Risposta breve: |
No, gli standard
ISO sono volontari. |
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Risposta lunga: |
L'ISO non ha alcun
potere per obbligare ad applicare gli standard pubblicati. Tuttavia
l'autorevolezza delle norme ISO è indiscussa. Ciò
probabilmente deriva dal fatto che: |
a) sono sviluppate
da esperti provenienti dai settori industriali, tecnici o di lavoro
oggetto dello standard: sono le stesse persone che quotidianamente
affrontano i problemi a decidere lo standard. |
b) sono sviluppate
in risposta ad una domanda di mercato e basate sul consenso di tutte le
parti interessate: gli standard nascono perché ce n'è
bisogno e tutti hanno la possibilità di contribuire alla sua
stesura. |
c) alcuni standard,
soprattutto quelli riguardanti salute, sicurezza e ambiente, sono stati
adottati in alcuni Paesi come base tecnica per la legislazione cogente:
la legge obbliga a seguire le indicazioni degli standard ISO. Tuttavia
occorre sottolineare che queste adozioni sono decisione sovrana delle
autorità o dei Governi dei Paesi coinvolti: in generale lo
standard non ha potere legislativo o regolamentario. |
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CAPITOLO
6: DOVE REPERIRE INFORMAZIONI
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6.1
Newsgroup |
In lingua italiana
il riferimento è: news://it.discussioni.iso9000.
Esiste un newsgroup internazionale, in cui sono ammessi interventi solo
in lingua inglese, in cui si discute di qualità in generale: news://misc.industry.quality |
Prima di scrivere
sui newsgroup è buona norma attenersi alla netiquette (vedi Capitolo 2). |
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6.2
[*]Siti web |
Naturalmente molte
informazioni possono essere trovate sul Web. Un sito da non perdere
è quello del
newsgroup |
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Siti in italiano su
ISO 9000: |
Sito del SINCERT |
Sito dell'UNI |
Sito dell'AICQ |
Sito del CEPAS |
|
Altri siti: |
http://www.qualitaly.com |
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Siti in inglese su
ISO 9000 |
Sito dell'ISO |
Sito dell'IRCA |
Sito della Federazione
iQNet |
Altri siti: |
http://www.quality.org |
http://www.asq.org |
|
Premi qualità |
Sito Efqm |
Premio qualità Italia |
Malcolm Baldridge Prize (USA) |
Deming prize (Giappone) |
|
Manuali della
qualità |
A beneficio di
coloro che hanno difficoltà nel reperire manuali della
qualità in italiano, ne elenco alcuni che ho trovato nel gennaio
2004. Specifico di non averli letti e di non conoscere le aziende
proprietarie del manuale, dunque... ecco qualche esempio a solo titolo
informativo. |
|
- Manuale della HD
Slippers srl -sistemi di tenuta per idraulica e pneumatica. |
- Manuale
Integrato Assicurazione Qualità & Gestione Ambientale della
ALMA C.I.S. (Costruzione Impianti speciali) - realizzazione di reti e
di impianti acquedottistici, di irrigazione e fognari, oltre alla
tradizionale attività nel settore dell'edilizia civile ed
industriale. |
- Manuale della
CustoM - società di servizi operante nei settori
dell'Informatica e dell'Ingegneria. |
- Manuale della
ORION S.p.A - costruzione di valvole in acciaio fuso. |
-
Manuale della Synergy solutions - fornitori di servizi informatici con
soluzioni e proposte ad ampio raggio. |
|
Siti interessanti
per chi opera nel settore edile: |
-
http://digilander.iol.it/michelecaserta/ |
-
http://www.sicurezzapmi.it/qualita/index.html |
- IGQ |
|
Siti in italiano su
ISO 14000: |
- Sito dell'Agenzia Europea per l'Ambiente |
Altri siti: |
- http://www.eqg.it |
-
http://www.sicurezzaequalita.it |
|
Siti in inglese su
ISO 14000: |
- Sito dell'ISO |
- Dati
sull'andamento delle certificazioni nel mondo |
Altri siti: |
- http://www.quality.co.uk |
- http://www.stoller.com |
- http://www.trst.com |
|
Altri siti dedicati
alla Sicurezza, Qualità e Ambiente: |
- Sito dell'EMAS |
- http://www.leggiambiente.it |
-
http://www.ecoserver.cima.unige.it |
- Sito della FITA |
- http://www.angq.com |
- Sito dell'AICQ |
- http://www.ambiente.it |
|
Enti formatori: |
- Sito Ufficiale ISO |
- Standard USA |
- Federazione enti di
accreditamento |
- Ministero dell'industria
inglese |
- Ente normatore canadese |
|
Alcuni enti di
certificazione italiani: |
- Sito di CISQ (link ai siti degli enti
affiliati) |
- certificazione siti
web |
- certificazione siti
web |
- DNV |
- Bureau Veritas |
- TUV Italia |
|
Associazioni varie |
- American Society for quality |
- AICQ - Associazione Italiana per la
Cultura della Qualità |
- Associazione europea |
- Anfia (AVSQ 94) |
- SIT Servizio di Taratura in Italia |
- Home page QS 9000 |
|
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6.3
Mailing list |
Dal mese di ottobre
2000 è attiva I-Quality, una mailing list (libera e non
moderata) dedicata a temi gestionali avanzati su Qualità ed
Organizzazione. L'obiettivo della mailing list è essere uno
strumento di crescita professionale per tutti gli iscritti, ed avanzare
le conoscenze in questo campo, attraverso lo scambio di informazioni ed
esperienze. Si discute di TQM, BPR, process management, process
improvement ed altri argomenti avanzati, anche non attinenti a ISO9000. |
Per
iscriversi alla mailing list seguire le istruzioni presenti sul sito oppure inviare
una mail vuota a Servizio
sottoscrizione |
È probabile
che eGroups, il servizio che ospita I-Quality, richieda l'iscrizione,
in tal caso è sufficiente inserire l'indirizzo email da cui
inviare msg in lista ed una password, quindi dare conferma rispondendo
ad una mail. A quel punto sarà possibile iscriversi alla lista
vera e propria. |
Per annullare la
sottoscrizione, è sufficiente mandare una email vuota a: Annulla sottoscrizione |
|
|
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|
|
6.4
[*]Libri e pubblicazioni |
Per cominciare un
testo contenente oltre 900 termini ed epressioni del linguaggio della
qualità |
|
Piero de Risi |
DIZIONARIO DELLA
QUALITÀ |
Il Sole 24 Ore
libri |
|
Un buon testo in
italiano con numerosi consigli ed esempi, focalizzato su come ridurre i
costi e migliorare la qualità ottimizzando la gestione aziendale
è |
ASQC |
I COSTI DELLA
QUALITÀ - DEFINIZIONE, CONTROLLO E RIDUZIONE |
ISEDI, 1986 |
|
Un libro che
illustra chiaramente la normativa e le procedure correlate alla
certificazione ISO 9000 è: |
F.Barbarino, E.
Leonardi |
ISO 9000. SISTEMA
QUALITÀ E CERTIFICAZIONE. |
Il Sole 24 Ore
libri |
|
Testo in inglese
rigoroso ed esaustivo, molto utile per l'approfondimento delle
tematiche riguardanti ISO 9000 è: |
Robert W. Peach |
THE ISO 9000
HANDBOOK, Third Edition |
800 pagine, $80 |
|
Libro che illustra
la struttura della norma ISO 9001 e quella del sistema qualità
in Italia: |
Andreini P. |
CERTIFICARE LA
QUALITÀ |
Hoepli, Milano |
|
|
Il testo che segue
propone una spiegazione alternativa sui motivi che dovrebbero spingere
un'azienda a certificarsi, qualcosa di originale rispetto al “market
driver”: |
Cristina Compagno |
IL MANAGEMENT
DELLA QUALITÀ |
UTET libreria
(1999) |
|
|
Un libro
sull'introduzione di un sistema integrato
qualità-sicurezza-ambiente (ISO 9001 e 14001 e i D.Lgs. 626/94 e
242/96) è: |
Pieradolfo Venturi |
IL MANUALE
INTEGRATO DELLA QUALITÀ |
Ed. Il Sole 24 ORE |
|
|
Un validissimo
libro in inglese sulla qualità totale: |
A.V. Feigenbaum |
TOTAL QUALITY
CONTROL |
(terza edizione) |
|
Ecco altri due
buoni testi sulla qualità totale: |
Roberto Vacca |
LA QUALITÀ
GLOBALE |
Sperling &
Kupfer Editori |
|
Galgano A. |
LA QUALITÀ
TOTALE |
Il Sole 24 Ore
Libri |
|
|
Non poteva mancare
un libro sulla soddisfazione del cliente: |
Bob E Hayes |
MEASURING CUSTOMER
SATISFACTION - DEVELOPMENT AND USE OF QUESTIONNAIRES |
ASQC Quality Press |
ISBN 0-87389-131-7 |
[Franco Angeli
Editore ha pubblicato una traduzione italiana: ISBN 88-464-2437-9, ma
il consiglio è quello di leggere la versione in inglese ] |
|
|
Ecco qualche libro
sull'approccio per processi: |
|
Hammer e Champy |
REENGINEERING THE
CORPORATION |
Padri fondatori
del BPR |
|
|
Tito Conti |
COME COSTRUIRE LA
QUALITÀ TOTALE |
|
Berchi e Fontanazza |
LA SEMPLIFICAZIONE
DEI PROCESSI AZIENDALI |
|
Davenport |
INNOVAZIONE DEI
PROCESSI. RIPROGETTARE IL LAVORO ATTRAVERSO L'IT |
|
P. De Risi |
LA GESTIONE DEI
PROCESSI ED I SUOI RIFLESSI ORGANIZZATIVI IN AZIENDA |
|
Una guida preziosa
per la disciplina della qualità curata da Piero De Risi, assieme
a Tito Conti |
IL MANUALE DELLA
QUALITÀ |
Il Sole 24 Ore -
900 pagine |
|
Ancora due libri
per aiutarvi a costruire la mappa dei processi: |
Mark D. Youngblood, |
EATING THE
CHOCOLATE ELEPHANT |
Micrografx |
|
|
Giancarlo Oriani |
REENGINEERING |
Guerini Editore |
|
|
Per approfondire
l'argomento “Controllo statistico di qualità di prodotto e di
processo” sono d'aiuto i seguenti testi: |
Kaouru Ishikawa |
GUIDA AL CONTROLLO
DI QUALITÀ |
Franco Angeli -
ISBN 88-204-2369-3 |
|
Montgomery D.C. |
IL CONTROLLO
STATISTICO DELLA QUALITÀ |
Mc-Graw Hill, 2000 |
|
Mittag H. J. and
Rinne H. |
STATISTICAL
METHODS OF QUALITY ASSURANCE |
Chapman &
Hall, 1993 |
|
Fausto Galetto |
QUALITÀ:
ALCUNI METODI STATISTICI DA MANAGER |
Ed. Cusl "P.G.
Frassati |
|
E. e M. Bellinzona
e U. Santarelli |
EXCEL PER LA
QUALITÀ |
Franco Angeli |
|
Grant E Leavenworth |
STATISTICAL
QUALITY CONTROL |
McGraw-Hill |
|
Tamburrano Edmondo |
IL CONTROLLO
STATISTICO DI QUALITÀ |
Franco Angeli -
ISBN 88-204-3298-6 |
|
Chambers ed altri |
IL CONTROLLO
STATISTICO DEI PROCESSI. COME RIDURRE I COSTI E MIGLIORARE LA
QUALITÀ OTTIMIZZANDO LA GESTIONE AZIENDALE |
Franco Angeli -
ISBN 88-204-9293-8 |
|
Natale Carlo Lauro
& altri |
ANALISI
MULTIVARIATA PER LA QUALITÀ TOTALE |
Franco Angeli -
ISBN 88-464-4331-4 |
|
Max Ammerman |
THE ROOT CAUSE
ANALYSIS HANDBOOK |
Risk &
Reliability Division, ABS Group, Inc., JBF Associates-ISBN 0-527-76326-8 |
|
Sulle carte di
controllo è consigliabile la lettura di: |
Wheeler &
Chambers |
IL CONTROLLO
STATISTICO DEI PROCESSI |
Franco Angeli |
|
Per chiarimenti sui
termini e sulle prassi riguardanti la metrologia è utile la
lettura del testo: |
G. Malagola |
GESTIONE DEI
DISPOSITIVI DI MISURA IN AMBITO DI ASSICURAZIONE QUALITÀ |
Mitutoyo Italiana,
Lainate ( MI ) |
L'ingegner
Malagola è uno dei massimi esperti dell'argomento e si è
dimostrato molto disponibile a discutere e fornire informazioni. |
|
Ed infine un libro
che è stato definito “di un certo interesse - drammatico - ”: |
Fruttero &
Lucentini |
LA PREVALENZA DEL
CRETINO |
Rizzoli |
|
LIBRI RIGUARDANTI
SETTORI SPECIFICI |
|
AMBIENTE |
Una guida pratica
alla progettazione, attuazione e certificazione di un SGA. Esempi di
implementazione. Casi reali di conformità. |
Sonia Gervasoni |
SISTEMI DI
GESTIONE AMBIENTALE |
Hoepli Ed..
Milano, 2000 |
|
Un libro che parla
male della ISO 14001 e che, all'epoca ha fatto molto scalpore,
perché faceva capire i limiti della norma, che sono poi stati in
gran parte superati dalle prescrizioni intergative degli OdC e degli
Enti di accreditamento. |
Riva Krut e Harris
Gleckman |
ISO 14001: A
MISSED OPPORTUNITY FOR SUSTAINABLE GLOBAL INDUSTRIAL DEVELOPMENT |
Earthscan Ed.
London UK, 1998; |
|
Una guida completa
agli adempimenti normativi ambientali, con un taglio semplice e pratico |
Paola Ficco |
PICCOLE IMPRESE E
AMBIENTE 2003 |
Edizioni Ambiente,
2003 |
|
HACCP |
Francesco Toni e
Roger Nanni |
IL METODO HACCP E
L'AUTOCONTROLLO SULL'IGIENE DEGLI ALIMENTI |
Meggioli editore -
serie commercio & servizi |
ISBN 88.387.1421.5 |
|
SERVIZI |
Barbarino F. C. |
SERVIZI DI
QUALITÀ |
Ed. Il Sole 24 ore |
|
G. Negro |
ORGANIZZARE LA
QUALITÀ NEI SERVIZI |
Il Sole 24 ore |
|
SOFTWARE |
Charles H. Schmauch |
ISO 9000 FOR
SOFTWARE DEVELOPERS |
ASQ Quality Press |
ISBN: 0-87389-348-4 |
|
Ioanis Tsiouras |
Certificazione ISO
9000 per le organizzazioni utenti e le aziende d'informatica |
Franco Angeli |
|
Giorgio Irtino |
IL SISTEMA
QUALITÀ PER LA PRODUZIONE DEL SOFTWARE |
Franco Angeli |
|
EDILIZIA |
G. Bernardi - C.
Fossi, |
I SISTEMI
QUALITÀ NELLE IMPRESE DI COSTRUZIONE |
Edilstampa/Roma |
|
A. Flores - L.
Freyrie |
LA GESTIONE PER LA
QUALITÀ IN EDILIZIA |
Pirola/Nilano. |
|
MEDICALE |
Daniela F. |
QUALITÀ E
SICUREZZA DEI SISTEMI MEDICALI |
La Noce - Cod.
catalogo 066 |
|
SANITÀ |
Baraghini -
Trevisani |
ISO 9000 IN
SANITÀ / LA VISION |
Franco Angeli,
Milano 2002 |
|
|
|
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6.5
Periodici |
Le maggiori riviste
di riferimento in italiano sono: |
|
DE QUALITATE |
Edizioni Studio
Tecna ( Sito ) |
Solo in abbonamento |
|
QUALITÀ |
Edizioni Mortasino |
|
In inglese: |
|
Quality Progress |
Rivista ufficiale
di ASQ (American Society for Quality). |
|
|
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6.6
Norme ISO 9000 |
Le norme possono
essere richieste presso i punti di informazione e diffusione UNI. |
Il riferimento
della sede principale è: |
UNI - Ente
Nazionale Italiano |
Via Battistotti
Sassi, 11/b |
20133 Milano |
Tel. 02 70024200 |
Fax 02 70105992 |
|
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6.7
Corsi ISO 9000 |
Molti sono gli enti
che organizzano corsi su ISO 9000, i frequentatori del newsgroup
consigliano: |
- in tutta Italia AICQ; CEPAS;
IRCA |
- a Roma FITA/Quaternaria |
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CAPITOLO
7:APPROFONDIMENTI
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|
7.1
Chi sono i “guru” della qualità? |
Gli standard di
qualità si perfezionano ed arricchiscono di nuovi contenuti,
grazie al contributo dei “guru della qualità” che hanno avuto ed
hanno un ruolo determinante nella loro evoluzione. Se è vero che
bisogna salire sulle spalle di giganti per vedere più lontano,
studiare il pensiero di questi guru non sarà tempo perso.
Innanzitutto: che cos'è un guru? Secondo il Roget, è "una
brava persona, un uomo saggio e un insegnante. |
Un guru della
Qualità dovrebbe essere tutto questo, e in più un
individuo carismatico i cui concetti e approcci alla qualità,
negli affari come nella vita, se possibile, hanno avuto un
considerevole e duraturo impatto. |
|
|
|
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|
7.1.1. William
Edwards Deming |
Introdusse i
concetti di variazione in Giappone e un approccio sistematico alla
risoluzione dei problemi, cosa diventata poi nota come ciclo di Deming
o PDCA (Plan, Do, Check, Act), di cui sono note diverse versioni,
specialmente in Occidente. |
Il PDCA è
stato utilizzato inizialmente nel processo produttivo, dividendo il
ciclo in 4 settori: |
- Il management ha
la responsabilità di ppianificare (Plan) il miglioramento,
attraverso l'uso di metodi tipici del TQC (Total Quality Control): |
- Il lavoratore
applica (Do) le metodologgie di miglioramento utilizzando egli stesso
il ciclo PDCA completo, tante volte quanto necessario; |
- Il management e
gli ispettori verificanno (Check) i risultati raggiunti; |
- Il management
apporta correzioni se è necessario, standardizza (Act) i metodi
quando questi hanno avuto successo. |
In seguito si
concentrò, in Occidente, sulle pubblicazioni destinate al
management e produsse i suoi famosi 14 Punti, per la trasformazione
delle organizzazioni secondo la teoria del TQM (Total Quality
Management), che si possono così riassumere: |
- attenzione
dell'organizzazione rivolta al cliente ed al soddisfacimento delle sue
aspettative; |
- filosofia del
miglioramento continuo: il TQM è un impegno a non essere mai
soddisfatti. La qualità può essere sempre migliorata; |
- si deve
migliorare la qualità di qualunque cosa l'organizzazione faccia; |
- si devono
utilizzare tecniche statisticche per misurare accuratamente ogni
variabile critica nel processo di produzione; |
- i dipendenti
devono essere coinvolti add ogni livello nel processo di miglioramento
della qualità. |
|
È stato un
forte sostenitore della necessità di una stretta e continua
cooperazione con i fornitori, come pure del Controllo Statistico dei
processi. |
Attribuisce al
management la piena responsabilità di cambiare e migliorare i
processi, avendo esso solo l'autorità per eliminare le cause
comuni di variazione. |
stato attivo fino
all'anno della sua morte, avvenuta nel 1993. Un compendio dei suoi 60
anni di esperienza è senz'altro il "Sistema di Conoscenza
Profonda. |
|
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7.1.2.
Joseph M. Juran |
Si concentrò
sul Controllo di Qualità come parte integrale del controllo
direzionale durante le sue conferenze in Giappone nei primi anni '50. |
Insieme a Deming,
è considerato il maestro che insegnò ai Giapponesi come
migliorare la qualità. È convinto che la qualità
non capiti per caso, ma debba essere pianificata, e che la
Pianificazione della Qualità sia parte della trilogia di
pianificazione, controllo e miglioramento, composta da tre processi
interconnessi: |
1. pianificazione,
il cui scopo è di fornire i mezzi con i quali i settori
operativi potranno generare prodotti che riescano a soddisfare le
esigenze dei clienti, e quindi esenti da problemi di qualità; |
2. controllo, che
rileva costantemente gli scostamenti dagli standard definiti nel
processo precedente ed attiva le eventuali azioni correttive; |
3. miglioramento,
sforzo sostenuto nel tempo e quindi continuo, che agisce sui processi e
sui prodotti al fine di portare il livello di qualità su
standard sempre più elevati, ma come minimo a un livello pari al
miglior concorrente di mercato. |
Pensa che la
maggior parte dei problemi di qualità siano da attribuire ad un
cattivo management. Una sua dichiarazione gli ha attirato le antipatie
di parecchi manager: "L'alta direzione ha l'istintiva convinzione che
già conosce cosa fare, per cui il training serve agli altri: gli
operai, i supervisori, i tecnici. È ora di sfatare questa
credenza!. |
Nel 1951
pubblicò un libro "Quality Control Handbook che lo rese famoso a
livello internazionale. È stato il primo a parlare di cliente
interno, oltre che di cliente finale, illustrando questo principio
nella Spirale della Qualità (vedere anche Cerchio della
Qualità in ISO 9000). È questo un modello concettuale per
indicare delle attività che, interagendo fra di loro,
influenzano la qualità nelle varie fasi che vanno
dall'identificazione delle esigenze da soddisfare sino alla verifica
del loro soddisfacimento. |
La spirale quindi
parte dalle ricerche di mercato (esigenze del cliente), passa
attraverso lo sviluppo del prodotto, il progetto, la creazione delle
specifiche, l'acquisto e le relazioni con i fornitori, la
pianificazione della produzione, i processi, i controlli, la
commercializzazione, l'uso da parte del cliente, l'assistenza tecnica,
l'informazione di ritorno durante l'uso, che alimenta anche la ricerca
di mercato, ... ecc, in una spirale senza fine che si avvita su se
stessa, progredendo continuamente verso obiettivi di qualità
sempre più avanzati. |
Ci ha messo in
guardia sul fatto che non esistono scorciatoie per la qualità,
tenendo conferenze fino a tarda età, scrivendo libri, articoli,
memorie, ecc.. |
|
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7.1.3.
Armand V. Feigenbaum |
È
l'inventore del Total Quality Control, che teorizzò in un libro
durante i suoi studi di dottorato al MIT. I Giapponesi scoprirono (e si
impadronirono di) questi concetti innovativi negli anni '50, durante le
visite di Juran e Deming in Giappone. Vede nel controllo di
qualità un metodo per stare negli affari, piuttosto che qualcosa
di tecnico. Perciò enfatizza il punto di vista amministrativo e
considera le relazioni umane fondamentali nelle attività di
controllo qualità. |
Alla parola
controllo attribuisce, sempre, il significato di strumento manageriale.
Ritiene che la qualità sia diventata la forza singola più
importante per il successo e lo sviluppo di un'organizzazione. Al pari
di Finanza e Marketing, la Qualità è diventata un
elemento essenziale del management moderno. |
|
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|
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7.1.4.
Kaoru Ishikawa |
I principali
contributi alla qualità di questo esperto giapponese sono stati:
la semplificazione e la diffusione degli strumenti statistici (7 tools)
descritti nella UNI ISO EN 9004-4:1995: |
1. raccolta dati |
2. stratificazione |
3. diagramma di
Pareto |
4. diagramma
causa-effetto |
5. diagramma di
correlazione |
6. istogramma |
7. carta di
controllo |
come sistema
unificante che attraversa tutti i livelli delle aziende giapponesi,
personali input al Company-Wide Quality Movement e ulteriori input al
Quality Circle Movement. È l'inventore del diagramma
causa-effetto, noto anche come diagramma a spina di pesce: |
È una
visualizzazione grafica molto efficace di tutte le ipotesi conosciute
che, potenzialmente, possono essere la causa alla radice del problema
che si sta analizzando. Quando il diagramma è completato, si
può stabilire se la sequenza di causa-effetto è corretta
percorrendo la sequenza causale dall'elemento più piccolo
all'effetto analizzato. È uno strumento molto valido da
impiegare in gruppi di lavoro, perché consente a tutti di
esprimere la propria opinione senza censure. |
Dal punto di vista
organizzativo, Ishikawa ha sottolineato come la qualità sia non
solo qualità del prodotto, ma anche del servizio post-vendita,
del management, dell'azienda stessa e del singolo individuo. |
Ha vinto il premio
Deming. |
|
|
|
|
|
|
7.1.5.
Genichi Taguchi |
Ha sviluppato una
metodologia per ridurre al minimo i prototipi nella progettazione dei
prodotti e per la localizzazione dei difetti in produzione. |
Ha dato il suo nome
a una metodologia che riguarda il miglioramento del prodotto e del
processo prima della fabbricazione, piuttosto che l'enfasi della
qualità tramite ispezioni. Il metodo Taguchi rende disponibile
una tecnica efficiente per progettare dei test di prodotto prima di
entrare nella fase di produzione. |
piuttosto che di
qualità. La sua definizione di QL: "le perdite impartite dal
prodotto alla Società a partire dal momento in cui il prodotto
è venduto. |
In pratica, ai
classici Costi della (non) qualità si aggiungono i costi
sopportati dai clienti per cattive prestazioni e inaffidabilità
del prodotto, e di conseguenza le ulteriori perdite del produttore per
la perdita di quote di mercato. |
|
|
|
|
|
|
7.1.6.
Shigeo Shingo |
Per assicurare una
produzione senza difetti attraverso misure preventive. È forse
il meno noto dei guru della qualità. Ha elaborato una strategia
aziendale per il miglioramento continuo attraverso il coinvolgimento
creativo di tutti i dipendenti. È l'inventore del motto: "Chi
non è insoddisfatto, non farà mai nessun progresso. |
In Occidente
è più conosciuto come l'inventore del SMED System Toyota
(Single Minute Exchange of Die), una parte fondamentale del sistema
Just in Time. Contrariamente a Deming, arrivò alla conclusione
che i metodi del controllo statistico di qualità, di per
sé, non possono azzerare i difetti. |
Per cui
elaborò l'idea di base di arrestare il processo ogniqualvolta si
verifica un difetto, accertandone la causa e attivando delle azioni per
eliminare la sorgente del difetto (vedere anche il Jidoka). |
È un
convinto assertore della buona ingegneria di processo e
dell'investigazione di processo. Fece notizia in Occidente un successo
conseguito dall'applicazione del suo sistema in Toyota, nel 1982: un
cambio stampo passò, in 3 mesi, da un'ora e quaranta minuti a
soli 3 minuti! |
|
|
|
|
|
|
7.2
Costi della qualità e costi della non qualità |
A. I concetti |
A partire dagli
anni 50, diversi fattori hanno stimolato e costretto le industrie a
valutare i costi associati con la funzione qualità. |
Tali fattori
includevano: |
· la
crescita dei costi della qualità dovuta alla crescita in volume
di prodotti complessi, con conseguente richiesta di maggior precisione,
più alta affidabilità, ecc. |
·
l'influenza del grande sviluppo di prodotti durevoli, con conseguenti
alti costi dovuti a guasti in esercizio, spese per manutenzione, parti
di ricambio, ecc. (I costi per tenere tali prodotti in esercizio spesso
superavano il prezzo iniziale di acquisto). |
· la
necessità per gli specialisti della qualità di esprimere
le loro sensazioni e pareri nel linguaggio dell'alta direzione (il
linguaggio del denaro). Infatti gli specialisti parlano di % difetti,
MTBF, ispezioni, collaudi, curve operative, mentre le direzioni di
dollari, lire, marchi, yen, ecc. |
Da quanto sopra
scaturì il concetto di definire e misurare i costi della
qualità e di usare le cifre risultanti per due scopi diversi, ma
correlati: |
· fornire un
nuovo report (in aggiunta a quelli tradizionali) per il controllo dei
costi |
·
individuare delle opportunità per ridurre i costi della
qualità. |
|
B. Le categorie
di costi |
Il primo passo per
quantificare i costi della qualità è quello di accordarsi
sul significato di "costi della qualità. Questo è
possibile identificando e definendo quelle categorie di costi che sono
associate con la creazione, il ritrovamento, la riparazione o la
prevenzione dei difetti. |
Diverse aziende
manifatturiere sono passate attraverso questo stadio, per cui ne
è scaturita una lista standardizzata di categorie principali: |
- costi di
conformità |
- costi di
prevenzione |
- costi di
valutazione o accertamento |
- costi di non
conformità (o degli insucccessi) |
- costi interni |
- costi esterni. |
Le categorie e le
loro definizioni tipiche sono illustrate nei paragrafi seguenti. |
|
Costi per
prevenzione |
Questi sono i costi
sostenuti per mantenere al minimo i costi di accertamento e i costi per
difettosità. |
Usualmente
comprendono: |
·
Pianificazione della qualità. |
Comprende l'ampio
spiegamento di attività che collettivamente creano il piano
globale della qualità, il piano di controllo, il piano di
affidabilità, il sistema dei dati, e i numerosi piani specifici. |
Comprende anche la
preparazione dei manuali, delle procedure, delle istruzioni e dei
metodi di prova e di ispezione. |
Comprende lo
studio e l'analisi qualitativa della preserie. |
Come nel caso dei
collaudi e delle ispezioni, parte di questo lavoro può essere
svolto da personale che non è nell'organico del reparto
Qualità. |
Il criterio
decisivo è di nuovo il tipo di lavoro, non il nome del reparto
che lo esegue. |
· Controllo
di processo. |
Include i costi
associati al tempo che il personale spende per studiare ed analizzare i
processi di fabbricazione al fine di stabilire le modalità di
controllo e di migliorare l'attuale process capability. Include il
tempo per implementare i piani della qualità. |
· Progetto e
sviluppo apparecchiature per l'informazione |
Il tempo speso per
progettare e sviluppare apparecchiature e dispositivi per misurare e
raccogliere dati sulla qualità dei prodotti e dei processi. |
·
Addestramento |
I costi per
preparare i programmi di addestramento per raggiungere e migliorare le
prestazioni qualitative, senza badare a quale reparto usufruirà
dell'addestramento. Comprende anche i costi per la conduzione dei
programmi formali di addestramento. |
· Raccolta e
analisi dei dati della qualità |
È il lavoro
per mantenere attivo il sistema di dati della qualità, per
acquisire continuamente dati sulle prestazioni qualitative. Include
l'analisi di questi dati per identificare le deviazioni qualitative,
per attivare gli allarmi, stimolare studi, ecc. |
· Rapporti
sulla qualità. |
Include il lavoro
per riassumere e pubblicare le informazioni sulla qualità per la
direzione. |
· Progetti
di miglioramento. |
Include il lavoro
per strutturare e portare avanti programmi per conseguire nuovi livelli
qualitativi, per esempio programmi di prevenzione difetti, programmi
motivazionali, ecc. |
· Esame dei
nuovi prodotti. |
Include la
preparazione delle proposte di offerta, la valutazione dei nuovi
progetti, la preparazione dei programmi di prova e di esperimento, e
altre attività della qualità associate con il lancio di
nuovi progetti. |
|
Costi per
accertamenti |
Questi sono i costi
sostenuti per scoprire la condizione del prodotto lungo il processo
produttivo, per verificare quindi la conformità alle specifiche
di progetto. |
Essi comprendono: |
· Controllo
di accettazione. |
Il costo per
accertare la qualità dei prodotti acquistati, sia attraverso
un'ispezione al ricevimento, sia attraverso un'ispezione all'origine,
sia attraverso metodi di sorveglianza. |
· Controllo
di laboratorio. |
Il costo dei test
condotti dal laboratorio per accertare la qualità dei materiali
acquistati. |
· Ispezione
e collaudo. |
I costi per
verificare la conformità del prodotto nel suo avanzamento in
stabilimento, incluso il collaudo finale e la verifica dell'imballo e
della spedizione. Comprendono le prove di vita, ambientali e di
affidabilità. Comprendono anche le prove fatte nei locali del
cliente prima di trasferirlo al cliente. Nel raccogliere questi costi,
è fondamentale il tipo di lavoro fatto e non il nome del reparto. |
· Audit
della qualità. |
I costi associati
al tempo che il personale spende per effettuare gli audit. |
· Field test. |
I costi che
sostiene l'Ente incaricato per effettuare i field test. |
·
Mantenimento precisione strumenti di misura. |
Include il costo
del funzionamento del sistema per mantenere tarati gli strumenti di
misura e le attrezzature. |
· Utilizzo
di materiali e servizi. |
Include i costi di
prodotti consumati nelle prove distruttive, materiali consumati (per
esempio pellicole per raggi X), e servizi (per esempio energia
elettrica) dove significativi. |
·
Valutazione degli stock. |
Include i costi
per collaudare i prodotti in magazzino per accertarne lo scadimento. |
|
Costi per
insuccessi interni |
Sono i costi
sostenuti per la difettosità emersa lungo tutto il processo
produttivo, per criticità del progetto, del processo, delle
attrezzature e delle forniture. Questi costi potrebbero non comparire
se il prodotto da inviare al cliente fosse privo di difetti. |
Essi comprendono: |
· Scarti. |
La perdita netta
in manodopera e materiali che risulta dai prodotti difettosi che non
possono essere riparati o usati economicamente. |
·
Rilavorazioni. |
Il costo per
ripristinare i prodotti difettosi al fine di renderli idonei all'uso. A
volte questa categoria viene allargata per includere operazioni extra
messe in atto per risolvere un'epidemia di difetti, oppure l'impiego di
parti speciali. |
· Ricollaudi. |
Il costo della
riverifica e del ricollaudo di quei prodotti sottoposti a rilavorazioni
o altre revisioni. |
· Fermo
macchina. |
Il costo degli
impianti fermi a causa di difetti (per esempio, presse ferme o
più lente a causa della lamiera difettosa). In alcune industrie
questa categoria È molto ampia e pertanto viene quantificata. In
altre è ignorata. |
· Perdite di
efficienza. |
Il costo dovuto a
un processo che produce meno di quanto si potrebbe ottenere con
migliori controlli. Include "l'eccesso di riempimento di contenitori
(spediti al cliente) causato dalla variabilità
dell'apparecchiatura di riempimento e dosaggio. |
· Decisione. |
L'impegno
richiesto per determinare se i prodotti non conformi devono o no essere
usati e per produrre la disposizione finale. Include il tempo delle
singole persone e degli incontri per l'esame fisico, a prescindere dal
settore di provenienza dei dipendenti coinvolti (per esempio, un
progettista che deve preparare una variante). |
|
Costi per
insuccessi esterni |
Sono i costi
sostenuti per la difettosità rilevata a valle del processo
produttivo, per criticità delle specifiche di prodotto, del
progetto, del processo, delle attrezzature e delle forniture. Anche
questi costi potrebbero non comparire se non ci fossero difetti. |
Sono distinti dai
costi per insuccessi interni per il fatto che i difetti sono scoperti
dopo la spedizione al cliente. |
Essi comprendono: |
·
Accomodamento di un reclamo. |
Tutti i costi di
investigazione e accomodamento dei reclami giustificati attribuibili al
prodotto difettoso o all'installazione. |
· Rientri. |
Tutti i costi
associati con il ricevimento e la sostituzione del prodotto difettoso
di ritorno dall'utenza. |
· Spese di
garanzia. |
Tutti i costi
connessi con il servizio (in garanzia) ai clienti. |
· Sconti e
indennità. |
Costi delle
concessioni fatte ai clienti a causa di prodotti sotto standard
accettati così come sono dal cliente. Includono la perdita di
entrate dovute al declassamento dei prodotti venduti come "seconda
scelta. |
· Perdita
d'immagine. |
Sono in sostanza
le mancate vendite dovute a insoddisfazione del cliente o a
pubblicità negativa alimentata da prodotti o servizi (assistenza
tecnica) scadenti. |
|
|
C. Quanto
pesano? |
Il costo di non
conformità rappresenta di gran lunga la parte più
consistente dei CNQ. Sono comuni valori tra il 70% e il 90%. Tuttavia,
per meglio analizzarlo, l'insieme dei costi può essere utilmente
rapportato al fatturato dell'azienda. Valori oscillanti tra il 5% (in
genere aziende giapponesi) e il 20% del fatturato sono abbastanza
comuni. |
|
D. Cosa fare? |
Il Juran suggerisce
un metodo di analisi dei CNQ e delle azioni conseguenti basato su tre
fasce: |
· PRIMA
FASCIA (zona dei progetti di miglioramento) |
È
caratterizzata da Costi per insuccessi superiori al 70% dei CNQ e da
costi di prevenzione inferiori al 10%. Se si è in questa fascia,
bisogna individuare e portare avanti dei progetti di rottura
(breakthrough), che abbiano la capacità di incidere
significativamente nell'organizzazione. |
· SECONDA
FASCIA (zona di indifferenza) |
È
caratterizzata da Costi per insuccessi pari a circa il 50% e da costi
di prevenzione di circa il 10%. Se si è in questa fascia, in
mancanza di progetti che portino denaro, occorre enfatizzare i
controlli. |
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7.3
[*]Storielle per capire meglio alcuni concetti... |
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7.3.1.
[*]Qualità e... sesso (da Philip B. Crosby "Quality is free, 1979) |
La qualità
ha molto in comune con il sesso.
Tutti ne sono a favore (naturalmente in certe condizioni).
Tutti credono di capirlo (anche se non vorrebbero spiegarlo).
Tutti pensano che il praticarlo sia semplicemente un problema di
seguire le inclinazioni naturali (dopo tutto, in qualche modo ce la
caviamo).
E, naturalmente, la maggior parte delle persone pensa che tutti i
problemi in questo campo siano causati da altre persone... |
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7.3.2.
Approccio per funzioni e approccio per processi - Storia di Cappuccetto
Rosso (di Alessandro Taddia) |
Tutti conosciamo la
favola di Cappuccetto Rosso. Un approccio per funzioni alla favola
potrebbe essere quello di scrivere i ruoli e le attività di ogni
personaggio (mansioni): |
|
Cacciatore |
- vede il lupo
dalla finestra |
- entra in casa e
taglia la pancia del lupo |
- libera Nonna e
Cappuccetto Rosso |
|
Cappuccetto Rosso (C.R.) |
- va a trovare la
nonna ammalata e porta un cestino di frittelle alla nonna. |
- non ubbidisce
alla mamma e passa per il bosco |
- dice al lupo che
va dalla nonna |
- arriva dalla
nonna e la saluta |
- ringrazia il
cacciatore |
|
Lupo |
- si informa su
cosa sta facendo C.R. |
- arriva dalla
nonna prima di C.R. |
- mangia la Nonna |
- si traveste da
nonna e aspetta |
- mangia C.R. |
|
Mamma di
Cappuccetto (M.C.R.) |
- chiede a C.R. di
andare a trovare la nonna |
- prepara le
frittelle |
- si raccomanda di
non passare per il boscoo |
|
Nonna di C.R. |
- riceve impaurita
il Lupo |
- ringrazia il
cacciatore |
|
È chiaro
così il "processo favola"? Non mi sembra proprio, anche se le
attività sono descritte in dettaglio. Se dovessimo fare una
rappresentazione teatrale della favola questa suddivisione delle parti
non aiuterebbe di certo gli attori: ognuno saprebbe di preciso cosa fa
e cosa fanno gli altri ma non è chiara l'azione complessiva che
si svolge. |
Come in tutti gli
approcci per funzione, manca la sequenza delle attività, il
tempo di azione, la relazione tra ogni personaggio (funzione). Questo
spesso è l'approccio che ancora abbiamo per descrivere le nostre
mansioni e la nostra struttura organizzativa. |
Quando narriamo la
favola invece (approccio per processi), spieghiamo ai nostri bimbi come
si sviluppa la storia (tempi di azione) nelle sue singole
attività (sottoprocessi), come intervengono i personaggi
(funzioni). Per fare questo i libri di favole adottano disegni,
fumetti, frasi sintetiche, colori, forme e qualsiasi mezzo che possa
rendere efficace e rapida l'informazione, lasciando spazi per la
creatività del bambino. Un copione di un attore contiene le
battute di tutti i personaggi della scena (tempo di azione) ma sono
evidenziate le sue: in questo modo sa quando deve intervenire e magari
sa cosa fare se qualche altro attore si dimentica una battuta. Non
dovrebbero essere fatte così anche le nostre procedure? |
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7.3.3.
La differenza tra processi e procedure: il risotto alla milanese (di
Elio Poletti) |
Il processo
è preparare il risotto; la ricetta rappresenta la procedura. Per
preparare un buon risotto non è sufficiente avere la procedura
(ricetta), ma dobbiamo gestire il tutto come un processo. Dobbiamo
selezionare i fornitori ed approvvigionarci delle materie prime. |
Dobbiamo disporre
di adeguate infrastrutture ed attrezzature (provate a fare il risotto
con il tostapane...) |
Dobbiamo disporre
di adeguate competenze tecniche (il risotto richiede una serie di
azioni ben precise) |
La procedura
(ricetta) è solo una componente del processo; se siamo
abbastanza bravi possiamo anche farne a meno. |
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7.3.4.
L'applicazione della ISO9001 nell'azienda ... famiglia: la pastiera (di
Santino Paternò) |
Mia moglie (la DG)
intende organizzare una cena con gli amici per far gustare un dolce
tipico: la pastiera napoletana. A questo punto fa un giro di telefonate
agli amici (i clienti) per conoscere i loro impegni (i requisiti) e
fissare la data per la cena. |
Concordata la data,
cerca e trova (immagazzinamento e conservazione) la ricetta della
pastiera; verifica che sia l'ultima versione (controllo dei documenti e
dei dati) e prepara l'elenco degli ingredienti già in suo
possesso (identificazione e rintracciabilità del prodotto) e da
acquistare, pianificando le operazioni da fare (controllo della
progettazione). |
Sceglie
accuratamente i negozi (qualificazione fornitori) dove comprare questi
ingredienti e, a casa, ne controlla la qualità (controllo in
accettazione). |
Poi, avvia la
preparazione della pastiera leggendo accuratamente la ricetta (la
procedura), pesando bene gli ingredienti (controllo del processo). |
Accende il forno e
verifica la cottura della pastiera (prove, controlli e collaudi);
controlla anche, picchettandogli contro, che il termostato del forno
non sia bloccato o rotto (controllo apparecchiature per prove,
misurazione e collaudo). Ovviamente mi costringe ad aiutarla,
così, dice, imparo (addestramento). |
La sera arrivano
gli amici: è arrivato il momento. La cena inizia e, alla fine,
arriva il dolce. Tutti lo mangiano, anche mia moglie. E arrivano i
primi giudizi (feedback) degli amici. Anche lei (analisi interna)
giudica il sapore e la bontà della pastiera e, magari pensa: la
prossima volta devo metterci un pizzico in più di sale
(miglioramento continuo). La cena termina con gran successo. |
Qualche giorno dopo
mia moglie telefona nuovamente agli amici per avere un ulteriore
giudizio sulla pastiera. Il 90% (tecniche statistiche) l'ha trovata
ottima e squisita, il 5% buona. Soltanto Marina ha fatto capire, senza
dirlo esplicitamente, di non averla gradita: ma si sa, Marina è
una rompipalle! |
Infine, mi
costringe a prendere appunti per la prossima volta, in modo da ... non
invitare più Marina (riesame da parte della direzione). |
|
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|
7.3.5.
Procedure e procedure documentate: la barba (di Alessandro Seno) |
Io penso proprio
che la norma (e quindi parliamo anche di certificazione) distingua tra
procedura e procedura documentata. Infatti in certi casi richiede che
la procedura sia documentata (4.5.1, ad es.). |
In genere uso
quest'esempio: gli uomini si fanno la barba tutte le mattine (non
tutti, io ad es. no, ma per 15 anni l'ho fatto). Se la fanno sempre
nello stesso modo. Se ci pensate, in genere si comincia sempre dallo
stesso lato della faccia. Quindi il farsi la barba è
l'esecuzione di una procedura, che nessuno si sogna di documentare.
È una procedura che contempla anche la gestione delle NC e delle
emergenze (tagli, uso dell'allume di rocca e di cerotti, nei casi
più gravi)!! Ma nessuno pensa che scrivere una procedura serva a
migliorare l'esecuzione della mansione. Anzi ...! |
Quindi, una
procedura è una sequenza di indicazioni utili a rendere
ripetibile un'operazione. La sua documentazione serve soprattutto a
trasmetterla, ma in molti casi non è affatto sufficiente a
rendere le operazioni efficaci (tantomeno efficienti). Ciò si
ottiene con la formazione e la sensibilizzazione. |
Quindi non mi
aspetto che le procedure siano documentate, ma stabilite laddove
servano e correttamente eseguite. Chiederei la loro documentazione (a
parte quando richiesta dalla norma) solo se trovo che le cose non
vengono ben eseguite, o se c'è un grosso turn-over, o se le
attività sono molto complesse e una rinfrescatina ogni tanto
tramite un documento scritto è utile, ecc.. |
|
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7.4
Simbologia per lo sviluppo di diagrammi di flusso |
Per descrivere le
attività da svolgere in azienda in modo chiaro e semplice
è utile l'uso di diagrammi di flusso. Una guida alla simbologia
a cura di Norberto Ferigato si può scaricare a questo indirizzo:Simbologia
Procedurale Qualità |
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8.1
Termini tecnici |
I termini e le
definizioni riguardanti la serie delle norme ISO 9000, descritti
proprio nella norma ISO 9000, assumono un significato particolare per
gli addetti ai lavori, a volte le differenze sono sottili, ma
importanti. I termini più comuni sono spiegati in parole povere
qui di seguito: |
|
|
|
|
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|
8.1.1.
[*]Requisito |
Elemento necessario
o richiesto di un prodotto/servizio/processo. Espressione delle
esigenze/richieste o aspettative espresse, implicite o cogenti per le
caratteristiche di un prodotto/servizio/processo (al fine di
consentirne la realizzazione ed il riesame). |
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8.1.2.
Specifica |
Documento che
stabilisce i requisiti |
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8.1.3.
Conformità |
Soddisfacimento di
un requisito specificato |
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8.1.4.
Non conformità |
Non soddisfacimento
di un requisito specificato (es. penna contenente un livello di
inchiostro inferiore a quello previsto) |
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8.1.5.
Difetto |
Non soddisfacimento
di un requisito in relazione all'impiego previsto (es. penna che non
scrive) |
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8.1.6.
[*]Audit o verifica ispettiva |
Vedi 5.2 |
|
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8.1.7.
[*]Azione preventiva |
Azione il cui scopo
è eliminare le potenziali cause di non conformità (azione
cautelativa sul sistema qualità). |
|
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8.1.8.
[*]Azione correttiva |
Azione il cui scopo
è eliminare le cause di una non conformità che si
è già presentata (azione di correzione del sistema) |
|
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8.1.9.
[*]Correzione |
Riparazione,
rilavorazione o altra azione il cui scopo è eliminare la non
conformità (azione sul prodotto specifico). |
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8.1.10.
Ispezione; Controllo e collaudo |
Attività che
consiste nella misurazione delle caratteristiche di prodotto o processo
e nel successivo confronto dei risultati con i requisiti specificati
per verificare la conformità di ogni caratteristica. |
|
|
|
|
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8.1.11.
[*]Gestione qualità |
Insieme di
attività finalizzate ad indirizzare e tenere sotto controllo
un'azienda in materia di qualità. Si compongono delle seguenti
parti: |
- pianificazione |
- controllo |
- assicurazione |
- miglioramento |
|
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8.1.12.
[*]Assicurazione qualità |
Insieme di
attività finalizzate a dare fiducia che i requisiti per la
qualità saranno soddisfatti (vedi 3.6 ) |
|
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8.1.13.
[*]Controllo qualità |
Attività
pianificate e sistematiche attuate per garantire il soddisfacimento dei
requisiti per la qualità. |
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8.1.14.
Evidenza oggettiva |
Informazioni che
possono essere dimostrate da fatti concreti derivanti ad es. da
misurazioni, osservazioni, prove, ecc. |
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8.1.15.
Accreditamento |
Certificazione di
un ente debitamente riconosciuto |
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8.1.16.
Riesame della progettazione |
Analisi critica
effettuata con l'intervento di tutti i rappresentanti dei processi
aziendali coinvolti nel progetto (es.: produzione, acquisti,
immagazzinamento, ecc.) |
|
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8.1.17.
Verifica della progettazione |
Attività il
cui scopo è riscontrare la rispondenza e coerenza dei risultati
ottenuti rispetto ai requisiti di base (si esamina l'aspetto tecnico). |
|
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8.1.18.
Validazione della progettazione |
Attività il
cui scopo è riscontrare la rispondenza del prodotto finito
ottenuto alle esigenze dell'utilizzatore finale. |
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8.2
[*]Sigle |
AC Azione
correttiva |
ANSI
American National Standards Institute: ente americano per la
standardizzazione (equivalente al nostro UNI) |
AQL
Acceptable quality level: livello di qualità accettabile |
BSI British
Standards Institution: ente britannico per la standardizzazione
(equivalente al nostro UNI) |
CD1 Commitee
Draft 1: edizione provvisoria di uno standard ISO |
CD2 Commitee
Draft 2: edizione provvisoria di uno standard ISO |
CE Simbolo
della certificazione di sicurezza del prodotto dell'Unione Europea |
CEI Comitato
Elettrotecnico Italiano (Ente riconosciuto dallo Stato Italiano e
dall'Unione Europea preposto alla normazione tecnica nei settori
elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni) |
CEN Comitato
Europeo di Normazione |
CENELEC
Comitato europeo per la standardizzazione elettro-tecnica |
CNQ Costi
della non qualità |
DIS Draft
International Standard: edizione provvisoria di uno standard ISO |
EN Standard
Europeo |
FDIS Final
Draft International standard: edizione provvisoria di uno standard ISO |
IEC
International Electro-technical Commission |
NC Non
conformità/Non conforme |
RAQ
Responsabile Assicurazione Qualità |
SGQ Sistema
Gestione Qualità |
TQM
Total quality management: gestione per la qualità totale (vedere
anche 7.1 ) |
|
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